martedì 28 ottobre 2008

I problemi dell'università visti da dentro


Quante parole in questi giorni sull'università da destra e sinistra, ma il cittadino che non vive all'interno dell'università da tutte queste parole riesce davvero a capire quali siano i reali problemi e a valutare l'efficacia delle soluzioni proposte da una parte e dell'altra ? Da persona che vive all'interno dell'università ritengo di no e che fino ad ora nessuno ha fatto un'analisi completa da portare come base per i provvedimenti che si intendono prendere o contestare.
La maggioranza dice: l'università non funziona, troppi sprechi, troppi professori e quindi tagli sia ai finanziamenti (il 40% per FFO che è il Fondo di Funzionamento Ordinario) sia al turnover dei docenti (ogni 5 pensionamenti 1 rimpiazzo) oltre alla possibilità di trasformare gli Atenei in Fondazioni quindi in sostanza via alla privatizzazione.
L'opposizione dice: in questo modo l'università viene uccisa insieme alla ricerca ed alla didattica.
Bene nessuno dei due spiega esattamente che cosa non funzioni e in che modo i provvedimenti possano far funzionare l'università. Da una parte la maggioranza ha l'esigenza di tagliare le spese in modo da coprire le uscite per il salvataggio dell'Alitalia e delle banche, dall'altra l'opposizione non controbatte in maniera argomentata. Ma per fare questo è necessario avere competenze adeguate ed è questo che manca alla nostra classe politica in generale: competenza sulle questioni strategiche per un paese.
Qualunque siano i problemi che l'università possa avere non è certo con un taglio indiscriminato di fondi che si fa funzionare questa istituzione. Una delle critiche poste dalla maggioranza è che fra le prime 150 università nel mondo non ne esiste una sola italiana, ma se questo dato fosse in qualche modo analizzato si scoprirebbe che una delle motivazioni è appunto la scarsità di fondi dedicati alla ricerca nel nostro paese, circa l'1,5% del Pil contro il 3-4% dei paesi europei. Nessuna analisi ho sentito sulle cause del "non funzionamento" dei nostri Atenei. Certo è che fare un'analisi dei problemi dell'università ed arrivare alla conclusione che per risolversi sarebbe necessario ridurre i fondi, credo che sia impossibile ed è per questo che un'analisi dal governo non viene assolutamente proposta.
Allora ci si aspetterebbe che almeno dall'opposizione scaturisse questa analisi per dimostrare che i problemi della ricerca in Italia potrebbero essere risolti in vari modi ma sicuramente non tagliando i fondi. Ma nemmeno dall'opposizione salta fuori un'argomentazione che potrebbere mettere a tacere tutti.
Alcuni di questi problemi visti da chi vive all'interno dell'università potrebbero sintetizzarsi in questo modo:
Reclutamento. Il reclutamento di ricercatori e docenti è purtroppo un problema annoso della nostra università. Un problema sul quale spesso si è intervenuti ma senza soluzioni risolutive, apportando dei correttivi ai quali la "casta" dei docenti universitari (perchè è indubbio che anche questa sia una casta) si è sempre adattata. Il motivo principale ? Beh il 30% circa dei nostri parlamentari sono docenti universitari .. e per lo più appartenenti alla categoria degli assenteisti.
Valutazione. Il docente universitario è una delle poche figure del nostro mondo del lavoro che non ha obblighi particolari di lavoro. Nessun obbligo di presenza, nessun obbligo di risultati, nessun controllo o scarsissimi controlli sulle modalità di utilizzo dei fondi a lui assegnati e guardate che gestiscono molti soldi. Nessun contratto di lavoro in quanto la categorai è agganciata economicamente agli stipendi dei parlamentari (se questa non è una casta)
Didattica. Nessun controllo sulla qualità della didattica che svolgono se non per valutazioni marginali fatte attraverso questionari agli studenti.
Offerta formativa. Con la riforma che ha introdotto la laurea triennale e la laurea specialistica, sono fioriti corsi di laurea incredibili e di dubbia utilità se si esclude la categoria dei docenti appunto. La proliferazione dei corsi e degli insegnamenti è servita infatti come giustificazione alle assunzioni indiscriminate di docenti. In merito a tale proliferazione sono complici sia il centro-destra che il centro sinistra in quanto ogni l'offerta formativa proposta da ogni Ateneo deve essere autorizzata dal ministero.
Ultima considerazione da fare è quella relativa al monitoraggio dell'attività di ogni Ateneo. Da qualche anno il governo ha questa possibilità in quanto gli atenei sono costretti ad alimentare una banca dati nazionale relativa alla carriera didattica di ogni studente iscritto all'università, quindi non sarebbero mancati gli strumenti adeguati per capire quali che fossero i mali dell'università. Sarebbe stato sufficiente avere la volontà di farlo.
Una cosa è certa ... il taglio di fondi e la privatizzazione da qualunque punto di vista si guardi il problema sarebbe l'unico modo per ... affossare immancabilmente il sistema universitario italiano.

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