martedì 18 agosto 2020

Taglio parlamentari: diffidare dei voti plebiscitari

 


Delle ultime proposte di riforma costituzionale, quella del taglio dei parlamentari per la quale si andrà a votare il 20-21 settembre, è l'unica approvata dal parlamento in maniera plebiscitaria. Ecco un altro semplice motivo per dubitare della sua bontà e reale necessità. Quando tutti i partiti nel nostro paese si trovano in accordo per fare una riforma, c'è qualcosa che non quadra, soprattutto in questi ultimi anni dove solitamente si assiste ad un'opposizione che contro ai provvedimenti del governo per partito preso. Ne abbiamo avuto e ne abbiamo una lampante dimostrazione anche in questo periodo di epidemia da Covid-19 durante la quale l'opposizione non ha remore ad utilizzare la salute pubblica per andare contro il governo anche quando i provvedimenti non hanno natura politica vera e propria ma semplicemente rappresentano un argine alla diffusione del virus. Ma torniamo ai referendum. Nel 2005 la riforma proposta da Berlusconi e caldeggiata soprattutto dalla Lega Nord, vide opporsi tutto il centro sinistra ed anche parte di Forza Italia. Lo stesso Berlusconi, non del tutto favorevole, fece di tutto per far approvare la riforma alla fine della legislatura in modo che il referendum, il cui risultato negativo all'approvazione era largamente previsto, non potesse poi avere conseguenza sul governo. La riforma voluta da Renzi invece vide in parlamento l'opposizione del M5S, della destra ed anche di parte della sinistra. Renzi però, egocentrico e pieno di sé, non si rese conto dei numeri e che anche la sua riforma sarebbe stata condannata ad essere rigettata dal referendum popolare. Anzi il giovanotto di Rignano, offuscato dal suo narcisismo, finì per mettere il voto sul piano personale, un voto cioè contro o a favore della sua presidenza del consiglio. Ne uscì sconfitto ed anche quella riforma fu archiviata definitivamente. Questa volta invece la faccenda è più seria. Nell'ultima seduta della Camera nella quale è stata approvata la riforma costituzionale ci sono stati solo 14 contrari e 2 astenuti, quindi tutti i deputati hanno votato a favore di una riforma che, che, se passerà anche il referendum, prevede per molti di loro la fine della carriera da parlamentare. Considerando la qualità della classe politica italiana, la continua contrapposizione anche su questioni non strettamente politiche, trovare la Lega e Fratelli d'Italia che votano con Pd, Leu e M5S, qualcosa non torna. E' chiaro che i partiti si sono messi d'accordo per approvare questa riforma e non è nemmeno tanto oscuro il motivo: riducendo il numero dei parlamentari, senza nessun contrappeso (per esempio modificare le competenze del parlamento e/o modificare la legge elettorale), lascia più potere ai partiti stessi che avranno maggiore possibilità di controllo del parlamento stesso, indebolirà ancora di più il parlamento, consentirà ai partiti di abbandonare a se stessi e senza rappresentanza intere porzioni del territorio italiano. Insomma in parole povere ne risentirà la democrazia. Ecco un altro motivo per votare NO e respingere questo ulteriore attacco alla democrazia ed alla Costituzione. 

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