giovedì 20 agosto 2020

Né ottimismo né pessimismo: servirebbe solo equilibrio

 


L'Italia, dopo l'emergenza e la chiusura totale, dopo la riapertura e con il periodo delle vacanze sta vivendo un momento delicato per quanto riguarda l'epidemia. Un periodo nel quale, dopo un calo generalizzato che faceva ben sperare, da qualche settimana sta registrando una recrudescenza della diffusione e della gravità dell'epidemia da Covid-19. Certamente siamo ancora lontani dai livelli, irraggiungibili per vari motivi, di marzo ed aprile, ma livelli tali che sconfessano gli eccessi di ottimismo anche di alcuni addetti ai lavori. Mai come in questo momento servirebbe equilibrio e oculatezza per analizzare in maniera seria e oggettiva la situazione e prendere per tempo le contromisure necessarie a contrastare una possibile seconda ondata. Purtroppo questo equilibrio fa difetto a molti partire dai politici, per passare dai media dell'informazione fino ad arrivare ad esperti e/o presunti tali. Una situazione aggravata anche dal fatto che dopo la paura della scorsa primavera, si è tutti ben predisposti verso chi ci presenta la situazione in maniera ottimistica e ci rassicura, mentre tendiamo a sottovalutare o peggio ancora ignorare l'eccessiva prudenza o il pessimismo sfrenato. E' dimostrato che fino a quando abbiamo mantenuto comportamenti adeguati e prudenti, nel mese di giugno e parte di luglio, la situazione sia andata migliorando, non appena c'è stato un rallentamento nella prudenza i dati ci hanno subito mostrato un peggioramento progressivo. Chi dovrebbe avere la responsabilità del governo ma anche chi occupa posizioni di rilievo nelle istituzioni dovrebbe essere il primo a rispettare le regole che ormai sono assodate essere indispensabili per combattere il diffondersi del virus. Invece proprio da una parte della politica sono partiti i primi segnali di "ribellione" sia nei comportamenti scellerati (le manifestazioni della destra), sia nella critica all'operato del governo fino ad arrivare alla negazione della presenza del virus e delle sue conseguenze (Salvini ed il suo convegno in Senato con Sgarbi, Bocelli e purtroppo anche qualche virologo), utilizzando poi questo negazionismo come arma di propaganda. I media poi che vanno da suonare le campane a morto ogni giorno in cui si registra un peggioramento (aumento dei contagi), cantando poi vittoria il giorno dopo se i dati sono migliori. Infine gli addetti ai lavori che mostrano anche loro comportamenti estremisti che vanno da chi ha dichiarato il virus morto clinicamente il 31 maggio perché nel suo reparto non c'erano più ricoveri gravi (una visione alla Bocelli per intendersi), fino a chi ogni giorno analizza i 7 numeretti snocciolati dal ministero della salute sperticandosi in percentuali, medie, mediane, tendenze settimanali con confronti improponibili per sostenere che tutto va bene solamente perché siamo lontani dai numeri di marzo. Le mosche bianche sono gli equilibrati e i realisti che sostanzialmente osservano quanto segue:

- da tre settimane si registra un incremento di contagi e di gravità con aumento dei ricoveri anche in terapia intensiva

- l'età media dei contagiati si è abbassata a 35 anni e questo significa che le persone di una certa età continuano ad avere comportamenti corretti mentre i giovani purtroppo no (sono dati di fatto e non si tratta di criminalizzare i giovani)

- il nostro paese è circondato da paesi che stanno peggio di noi ed infatti molti dei nuovi contagi sono dovuti ai rientri dalle vacanze

- alcune aperture come quelle delle discoteche sono state scelte scellerate, fatte per altro dalle regioni e non dal governo, che ora è dovuto, tardivamente, ricorrere ai ripari

- se non si ricorre ai ripari l'apertura delle scuole salterà ed allora saranno dolori seri

- la Lombardia ha ancora il primato della regione peggiore e fa di tutto per mantenerlo visto che ad una settimana dall'ordinanza dei controlli obbligatori negli aeroporti a Malpensa e Linate tutto tace. Il sospetto che sia una manovra ad arte come per la cassa integrazione si fa sempre più certezza.

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