venerdì 4 aprile 2014

L'Italia in mano a due sciagurati trentenni


Che ne saprà mai una 30enne di costituzione e di democrazia ? Non tanto per l'età quanto per aver dichiarato qualche settimana fa "Berlignuer ? Sono di un'altra generazione ne so molto poco". E naturalmente un personaggio politico che fa una simile dichiarazione pur facendo parte del partito figlio, anche se illegittimo, del PCI di Enrico Berlinguer, lo mettiamo ad occuparsi delle riforme costituzionali. La Maria Elena Boschi non consoce nemmeno la storia del suo partito che cosa volete che ne sappia di costituzione e di riforme ? Niente ma è proprio per questo che Renzi le ha dato un incarico così delicato, perché non rompesse le scatole e facesse tutto quello che le viene detto di fare. Non per niente Renzi è la copia giovane del condannato che usava la stessa strategia: circodarsi di persone incompetenti che non gli mettessero i bastoni fra le ruote e fossero obbedienti e rispettose. Una piccola differenza comunque c'era e, udite udite, a favore del condannato: l'ex cavaliere occupava il ruolo che occupava in virtù di una vittoria alle elezioni politiche e dopo diversi milioni di voti, Renzi solo per aver vinto le primarie per l'investitura a segretario del Partito Democratico e solo con due milioni scarsi di voti. E questo giovanotto ora usa questa manciata di voti come una specie di investitura per stracciare, calpestare e distruggere una costituzione, le sue istituzioni e soprattutto la demcrazia che hanno garantito per oltre 60 anni. Un giovanotto, Renzi, pieno di se e di superbia che non si cura nemmeno del parere autorevole di costituzionalisti come Rodotà e Zagrebelsky portandosi dietro in questo atteggiamento la fida Boschi che con un battito di ciglia e con voce suadente da telefono erotico imbonisce gli italiani snocciolando il calendario delle riforme. Ieri un primo colpo con la finta abolizione delle province che per il modo con il quale è stata condotta causerà non pochi problemi, basta pensare all'edilizia scolastica già disastrata e di competenza appunto delle province. Ma il duro colpo alla democrazia sarà l'accoppiata legge elettorale-riforma del Senato (anche in questo caso parlare di abolizione è solo una pura operazione comunicativa) che trasformerà la repubblica in una istituzione governata da un partito che ha rimediato un manipolo di voti mentre la maggioranza del paese non sarà rappresentata nel parlamento. La legge elettorale in nome della governabilità assegnerà la maggioranza dei seggi alla Camera alla formazione che ha raggiunto il 37% nella migliore delle ipotesi, nella peggiore a quella che vincerà il successivo ballottaggio avendo raggiunto persino una percentuale inferiore al 37% di voti. Quindi una minoranza avrà comunque la maggioranza alla camera dove ... si badi bene ... non ci sarà alcun spazio per le opposizioni sia per il meccanismo del premio di maggioranza sia per le soglie di sbarramento eccessive. Tanto per fare un esempio con i risultati delle ultime elezioni una camera con tre partiti, di cui uno con oltre il 50% dei seggi e gli altri relegati a fare da comparsa. Oltre a questo poi non esisterà più il Senato elettivo, sostituito da un Senato di nominati con funzioni ancora non è ben chiaro di quale tipo, ma soprattutto un Senato ricattabile che non dovrà rispondere ai cittadini. In sostanza potremmo avvere un partito che con il solo 20% si ritroverebbe a governare senza opposizione con un Senato al proprio servizio. Se poi si pensa che tutto questo stravolgimento lo si sta attuando da parte di un politico che non è in parlamento, che ha ricevuto circa due milioni di voti per fare il segretario di un partito ... il quadro della democrazia è ben chiaro. Ma gli italiani ancora una volta hanno bisogno di qualcuno che li prenda per il naso e 20 anni di berlusconismo sembrano trascorsi inutilmente.

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