domenica 13 aprile 2014

La sinistra può diventare destra anche quando cambia


Il nuovo slogan del presidente del consiglio è "La sinistra che non cambia diventa destra", un concetto che tenta di spostare l'attenzione dai disastri che sta combinando il governo Renzi proprio in merito alle riforme. A questo grido di battaglia risponde il produttore di battute e metafore per antonomasia, PierLuigi Bersani, tornato in piena attività politica dopo i problemi di salute degli ultimi mesi. E Bersano risponde a Renzi con: "Ci vuole lo stesso tempo a fare la cosa giusta o la cosa sbagliata". Ecco lo scontro politico si può riassumere in queste due battute. Da un parte in giovanotto che parla di sinistra senza mai essere stato di sinistra, che pensa sia sufficiene sfornare riforme e cambiamenti per essere considerato un riformista ed un uomo di sinistra, dall'altra un politico sano e pulito che sa benissimo che non basta una riforma per essere considerato uomo di sinistra e che quello che conta sono i contenuti. Le riforme dell'ex sindaco di Firenze hanno molto poco di sinistra e sarebbe sufficiente a dimostrarlo il fatto che sono concordate con un pregiudicato, protettore dei mafiosi, per avere qualcosa di più che un semplice dubbio. Poi ci sono i contenuti, che sono quelli che contano, a spostare completamente a destra le riforme che si stanno mettendo in atto. Mettendo insieme legge elettorale, riforma del senato, riforma delle province stiamo andando verso uno stato dove il cittadino avrà sicuramente meno peso sulla democrazia. Il cittadino consegnerà tutto il sistema ad una formazione politica che nella migliore delle ipotesi con 37% dei consensi nel paese si prenderà tutto mettendo all'angolo qualsiasi tipo di opposizione. Con questa percentuale minoritaria la formazione politica si prenderà più del 50% dell'una camera elettiva e poi deciderà tutto il resto: Presidente della Repubblica, composizione del Senato, Corte Costituzionale e via dicendo. Stessa situazione per le province la cui composizione, dopo la semplice trasformazione nel nome, sarà scelta dai sindaci e consiglieri comunali pur mantenendo delle competenze decisionali per la vita dei cittadini. Se ancora si ha una minima idea di che cosa possa significare destra o sinistra (concetto ormai oscuro ai più purtroppo ... Renzi compreso) queste sono riforme di destra perchè tolgono potere al cittadini che si troverà ad essere givernato da persone scelte da altri, il contrario della democrazia. Renzi usa la stessa tecnica del condannato per distrarre i cittadini dalla sostanza della sua azione politica, la battuta urlata, in maniera più educata e meno volgare del condannato stesso, ma con lo stesso obiettivo. Altro grido di battaglia di questi giorni "Combatteremo in maniera violenta la burocrazia" come se la burocrazia fosse un mostro a due teste che vive di vita propria. La burocrazia è figlia di due genitori che si chiamano: troppe leggi e leggi confuse. La burocrazia si è sviluppata in Italia a causa dell'incapacaità della classe politica di sfornare leggi adeguate, non superflue e soprattutto non interpretabili. Qualsiasi legge in Italia può affermare un principio e l'esatto contrario dello stesso ed è interpretabile come minimo in tre modi diversi. La burocrazia si sconfigge in un solo modo: semplificando e sfrondando il sistema legislativo. La burocrazia è figlia della politica italiana e lottare contro la burocrazia significa per il politico lottare contro se stesso. Ma a giudicare dall'incompetenza ed "ignoranza" politica per esempio di molti nuovi ministri appare ardua questa lotta senza quartiere annunciata dal Renzi pensiero.

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