domenica 6 aprile 2014

Dopo un pregiudicato .... un ambizioso al limite della patologia


Dopo aver riposto in soffitta le ideologie ed averle demonizzate, il popolo italiano non ha fatto che affidare le proprie sorti a personaggi che tutto avevano ed hanno a cuore meno che le sorti del paese. Questi venti anni non hanno insegnato niente e dopo due decenni con governi guidati da chi aveva e continua ad avere un unico obiettivo, salvaguadare la propria incolumità ed i propri interessi, oggi ci si affida ad un giovanotto che non ha altro da salvaguadare e nutrire che la propria ambizione. Spesso si è detto che la politica italiana è vecchia e che bisogna fare largo ai giovani, ma se i giovani son quelli che oggi hanno assalito e conquistato le poltrone del governo e che stanno tentando riforme scellerate, che ne sarà di questo paese. L'ambizione di Renzi è smisurata ed in nome di questa ambizione sta trascinando il paese in turbinio di presunte riforme che lasciano intravedere solo un'abbattinmento della democrazia ed una limitazione del potere del popolo. Dopo aver conquistato la carica di segretario, quando si è reso conto che il governo Letta stava ottenendo qualche risultato, non per merito suo quanto soprattutto per una crisi economica e finanziaria che si stava allentando, ha capito che se avesse lasciato in mano il pallino a Letta, il buon Enrico si sarebbe preso tutto il merito del cambio di rotta. Per evitare quindi di far salire le quotazione e magari andare incontro ad un insuccesso personale alle prossime elezioni, il Renzi ha pensato bene di prendere il potere con un colpo di mano, coadiuvato dalla maggioranza del proprio partito, costituita da una pattuglia di lecchini dell'ultima ora. Arrivato sulla poltrona tanto ambita ma non per investitura popolare, ha deciso che doveva mettere in atto le riforme di cui tanto si parla per acquistare punti dopo quella specie di colpo di stato. Ma per fare le riforme, soprattutto quelle costituzionali, ha dovuto scendere a patti con il condannato, quello che per anni ha tentato di farle a proprio uso e consumo, e quindi come si può fare una riforma con un pregiudicato attorniato da personaggi collusi con mafia, con malavita, corrotti e, quando si tratta di persone pulite, incapaci di elaborare un proprio pensiero politico autonomo. Con un personaggio del genere non si poteva pretendere di avere una sola riforma che fosse veramente tale, ma di questo a Renzi non importa niente, a lui importa portare in porto qualche riforma che sia tale, se poi è peggiorativa delle istituzioni e della democrazia a lui non importa. Tanto più che si rivolge ad una parte degli elettori che sembrano soffrire dello stesso virus degli elettori del condannato: incapaci di ragionare con la propria testa senza farsi infinocchiare dalla capacità comunicativa del condannato e dell'ex sondaco. Gli unici che avrebbero potuto dare vita ad un cambio di rotta sarebbero stati i grillini, ma anche loro sono nelle mani del loro capo, il comico di Genova, che ha scelto la strada del NO a prescindere per proprio tornaconto. Se Renzi fosse stato davvero un leader al quale stava a cuore le sorti del paese cosa avrebbe dovuto fare ? Costringere il governo Letta a proseguire nel proprio lavoro magari con dei correttivi, e soprattutto arrivare il prima possibile ad una legge elettorale che si potesse definire tale, poi andare alle elezioni e dimostrare davvero la propria capacità politica. Solo dopo procedere con le riforme, quando finalmente il paese si fosse dotato di un parlamento almeno legittimo e non nominato in virtù di una legge incostituzionale. Renzi è un seguace di Macchiavelli per il quale il fine giustifica i mezzi, il suo fine era quello di arrivare alla poltrona di presidente del consiglio e ci è arrivato, ora quello di rimanerci il più a lungo possibile e quindi allontana le elezioni il più possibile e prepara il terreno per almeno liberarsi di eventuali competitor fastidiosi nell'unico modo possibile: abbatendo a colpi di riforme la democrazia. Come si dice: il peggio non è mai morto.

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