venerdì 4 ottobre 2013

Non sappiamo nemmeno stare zitti almeno per rispetto


La morte merita sempre rispetto chiunque colpisca e per qualunque causa, ma quando questa causa è la stupidità umana allora a maggior ragione dovremmo starcene in silenzio e riflettere sul mondo al quale abbiamo saputo dare vita. Tutti nessuno escluso. Non esiste un più responsabile ed un meno responsabile, lo siamo tutti sia quelli che oggi, con grande spirito razziale e razzista, additano un ministro per il colore della pelle ed un rappresentante delle istituzioni per la propria appartenenza politica, sia coloro che li difendono, che quelli che gridano vergogna o quelli che pretenderebbero di mettere in atto una pulizia etnica seguendo esempi tragici della storia europea. E stiamo qui a scannarci gli uni con gli altri sulla Bossi-Fini, una legge vergognosa per uno stato democratico, oppure sul presunto lassimo di una parte politica, o su altre amenità quando abbiamo qualche centinaio di morti molti di quali resteranno senza nome. Nessuno è capace di stare zitto e, almeno in questo momento, lasciare un attimo da parte polemiche inutili, dettate dal momento, ma che fra qualche giorno saranno disposte in un dimenticatoio insieme a molte altre per poi essere immancabilmente rispolverate in occasione dei prossimi morti. Il ciarlare poi è direttamente proporzionale al numero di morti come se ci fosse una soglia al di sotto della quale ... chi se ne frega ... è nel conto. Senza poi ragionare sul fatto che la morte di questi esseri umani altro non è che l'atto finale di un viaggio attraverso l'inferno, fatto di spostamenti su territori assolati senza cibo e sepsso senza acqua, in furgoni stipati come bestie da macello, tanto che a volte la morte potrebbe essere quasi vista come una liberazione. Ma che ne sanno coloro che sparlano senza sosta e solo, in occasione della morte, delle vicende di questa gente ? Insomma questa dovrebbe essere l'ora del silenzio, per poi iniziare a parlare quando, una volta data degna sepoltura a dei corpi senza nome, si dovrebbe pensare, non a come pattugliare le coste per repingere chi fugge da una guerra, dalla fame, dalla distruzione; non a incriminare chi si prova a portare aiuto in mare a persone che stanno morendo, ma soprattutto a come evitare che si creino le condizioni affinchè degli esseri umani siano costretti a "fuggire" dalla propria terra. Un piccolo vantaggio queste esternazioni comunque lo hanno: quello di farti scoprire la mancanza di umanità anche da parte di persone insospettabili, misera consolazione.

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