mercoledì 9 ottobre 2013

L'ignoranza fatta movimento


Da chi ci rappresenta in parlamento si pretenderebbe competenza, professionalità e soprattutto obiettività nell'analisi delle proposte politiche. Tutte caratteristiche sconosciute ai politici del nostro paese, vecchi e nuovi. Sono appunto i nuovi che stupiscono rispetto a questa situazione di incompetenza ed "ignoranza" politica. Il putiferio scatenato ieri dal Movimento 5 stelle è una dimostrazione plateale di questo tipo di ignoranza che non è più accettabile da parte di chi pretende di sedere nelle istituzioni democratiche di un paese. Certo l'amnistia rappresenta un provvedimento che costituisce per lo Stato una sconfitta sul piano della giustizia e della politica carceraria, oltre che un'offesa per tutti i cittadini onesti, ma non è con la gazzarra o che le ingiurie gratuite che si risolve un problema (gazzarra spesso gratuita in quanto per esempio il provvedimento non si applicherà a reati di natura fiscale e quindi non salverà il condannato). Allo stesso tempo uno stato che si definisce civile non può mantenere nelle proprie carceri esseri umani in condizioni di vita al limite della decenza. Se si è arrivati a questa situazione lo si deve alla completa indifferenza di una classe politica troppo impegnata negli ultimi venti anni a disinteressarsi della giustizia se non per i problemi riguardanti un unico personaggio che ha condizionato l'azione di ogni formazione politica. Oggi le carceri scoppiano ed il problema non è risolvibile a breve. Allora l'amnistia può essere un primo provvedimento a patto che sia seguito da interventi strutturali. Questo dovrebbe chiedere un partito politico che abbia a cuore i problemi del paese. Troppe volte si è assistito in passatio a provvedimenti di questo genere che hanno avuto nell'immediato effetti benefici sulle condizioni di vita dei detenuti, ma che nel breve spazio di qualche mese sono tornate al punto di partenza. Non è con un provvedimento una tantum che si risolve il problema, il problema si risolve realmente se oltre al provvedimento di urgenza se ne prendono altri che siano di riforma e di lunga durata come per esempio aumentare la capacità delle strutture carcerata. Un discorso semplice ma arduo da affrontare per una classe politica orba e di corte vedute che promette da anni riforme, quasi sempre annunciate per poi essere immancabilmente dimenticate. Insomma non serve molto per fare un ragionamento serio e costruttivo in merito ad un problema come quello della condizione carceraria, basta avere un minimo di sale nella zucca e non scatenare gazzarre pretesteuose e fine a se stesse.

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