venerdì 29 giugno 2012

Dove non arriva la politica arriva il calcio


Era il 1970 e a Città del Messico si disputava la semifinale del Campionato del Mondo di calcio, allora Coppa Rimet, fra Italia e Germania. Fu un incontro storico terminato 4 a 3 per l'Italia ai tempi supplementari in un'altalena impressionante di reti. Fu quella la prima volta che la gente scese in strada per festeggiare quella vittoria, non era mai accaduto prima e spontaneamente tutti coloro che avevano visto la partita in televisione sentirono il bisogno di scendere in strada a festeggiare la gioia per una vittoria insperata. Dopo quella volta le manifestazioni per una vittoria della nazionale si sono ripetute nel 82 dopo la vittoria ai mondiali, nel 2006 ed era prevedibile che si ripetessero anche ieri sera anche se ancora la nazionale non ha vinto niente. A differenza delle alter volte pero', dove ancora la rete e facebook non erano diventati un fenomento di massa, oggi è stato divertente ed a volte anche deprimente leggere le reazioni dei .... benpensanti ... a questa manifestazione di massa. Da una parte il tifoso della nazionale che ha scaricato una miriade di post relativi all'ennesima vittoria sulla Germania, dall'altra l'intellettuale, il benpensante pronto a condannare manifestazioni di questo genere soprattutto in un momento critico come questo. Il pensiero comune fra questa categoria di persone è che l'italiano scende in piazza per festeggiare la nazionale ma non lo fa per ribellarsi al governo delle tasse ed alla situazione economica che sta mettendo sul lastrico imprenditori e lavoratori comuni. Gia' ma da una parte c'e' un collante comune, la nazionale di calcio, che lo si voglia o no, nonostante tutti gli scandali che coinvolgono il calcio professionistico, viene vista dalla maggioranza degli italiani come una emanazione della propria appartenenza ad una nazione. Soprattutto quando poi la nazionale gioca bene e sconfigge gli odiati tedeschi questo sentimento di appartenenza si rinsalda e tutti, anche i non tifosi, finiscono per guardare la partita e per gioire. Dall'altra parte ... dalla parte cioè della politica non esiste assolutamente un filo conduttore capace di rinsaldare tutti i cittadini in una protesta contro una situazione veramente disastrosa. Sebbene anche nel calcio quando si tratta di nazionale ogni italiano ha la propria soluzione, poi alla fine tutti si ritrovano a tifare Italia, nella politica è esattamente il contrario. Perfino i sindacati, che dovrebbero difendere i diritti di tutti i lavoratori, sono divisi nel nostro paese ed non sono stati capaci di dare vita ad un forte movimento di protesta contro la riforma del lavoro e l'annientamento dei piu' elementari diritti dei lavoratori. Non sono bastate queste riforme capestro, lavoro e pensioni, come non sono bastate le enormi quantita' di tasse a creare coesione fra i vari schieramenti politici che addirittura si sono uniti da destra a sinistra per appoggiare la politica del governo Monti. Questo è il problema fondamentale: mentre la nazionale di calcio unisce tutti i tifosi di qualunque appartenenza calcisticamente parlando, la politica al contrario divide ed è proprio su questa divisione che hanno fondato il loro potere i partiti tenendosi sempre più distanti dalla realtà. Ma credete che se esistesse quache personaggio di alto spessore non sarebbe capace, volendo, di convogliare il disagio e la protesta con gli stessi risultati delle vittorie della nazionale ? Sta qui il problema che al momento nel panorama politico italiano non si vede un figura di alto valore come poteva essere Berlinguer o lo stesso Aldo Moro tanto per fare due nomi di schieramenti politici opposti. Se esistesse un personaggio simile non avrebbe successo il nuovo burattinaio Beppe Grillo che spara le sue bordate esattamente allo stesso modo di come faceva Berlusconi, sostanzialmente senza dire niente. Questo dovrebbe far riflettere chi spara a zero sulle manifestazioni dei tifosi che per quanto mi riguarda possono essere messe sullo stesso piano di chi va a sventolare fazzoletti bianchi e gialli al passaggio di un uomo vestito di bianco e con scarpettine rosse protettore dei preti pedofili o di chi si raduna sotto un palco a bere alla fonte del comico imbonitore ... nessuna differenza sostanziale. 

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