giovedì 28 giugno 2012

Dalle lacrime alle stronzate il passo è breve


Consultando i siti dei quotidiani on line od ascoltando i telegiornali del mattino, dell'ora di pranzo e della sera ci si rende conto di quante parole vengono sprecate e buttate al vento dai politici italiani in maniera sconsiderata, tanto che, immancabilmente, arriva a stretto giro la smentita quando le reazioni fanno capire la portata della stronzata che è stata detta. Negli anni precedenti all'avvento della rete ed alla spetacolarizzazione della politica, il politico prima di fare una dichiarazione la meditava, la pensava e poi faceva uscire le parole dalla bocca. Tali dichiarazioni, nella migliore delle ipotesi, venivano riportate dai telegiornali della sera, che erano le uniche edizioni trasmesse dalla televisione, oppure al più tardi erano lette nei quotidiani del giorno dopo. In considerazione di questa relativa lentezza della diffusione della notizia, prima di rilasciare una dichiarazione, l'intervistato di turno la ragionava molto bene ed inoltre non erano molti i politici che quotidianamente si dedicavano ad esternare il loro pensiero. Tanto per fare un'analogia con una mia passione, la fotografia, la dichiarazione di un politico era soppesata e pensata come quando si scattavano foto usando la pellicola. Ogni foto era ben studiata e si curava sia la ripresa che l'esposizione in maniera dettagliata sia perchè sviluppo e stampa avevano un costo sia perchè il risultato lo avremmo potuto vedere dopo giorni e quindi sbagliare era come buttare al vento un momento irripetibile. Oggi, con la rivoluzione digitale anche in campo fotografico, quando abbiamo in mano una macchina fotografica si scatta a ripetizione senza prestare troppa attenzione all'inquadratura ed ai dai tecnici dell'esposzione. Si scatta e si può vedere subito il risultato e se non è soddisfacente si ripete immediatamente lo scatto. Con la pellicola in un paio di ore, si scattavano al massimo qualche decina di foto delle quali quasi tutte buone, oggi in un'ora se ne possono scattare qualche centinaio delle quali poi ne salveremo solo tre o quattro. La rivoluzione digitale è stata anche la causa della diffusione della fotografia per è difficile trovare qualcuno che non ha una macchina fotografica digitale con l'immancabile scadimento della qualità media. Il politico dei giorni nostri, a differenza di quello degli anni 60-70-80, si comporta come il fotografo dell'era digitale. Ha completamente perso la capacità di pensiero e spara dichiarazioni a raffica, tenendo scollegato il cervello. Tanto sa benissimo che, se dice una cavolata e succede quasi sempre, nel giro di pochi minuti questa farà il giro del paese da nord a sud e viceversa, tornando al mittente con i relativi commenti. Se la dichiarazione si rivela una ... stronzata ... dopo pochi minuti il politico può rilasciare la sua smentita o dare l'interpretazione autentica tentando da far passare da imbecilli giornali, media, rete e tutti coloro che si sono indignati per la dichiarazione stessa. Il precursore di questo mal costume è stato Silvio Berlusconi che di cazzate da quando è entrato in politica ne dice almeno tre o quattro al giorno, con relative smentite o addirittura interpretazioni completamente opposte al significato di quanto detto pochi minuti prima. Oggi Silvio parla un pò meno ma questa modalità di intervenire e di esporre il proprio pensiero non è certo stata abbandonata. In prima linea si sta piazzando la ministra Fornero alla quale quando Monti vieterà di parlare sarà sempre troppo tardi. La ministra dopo le lacrime ha tirato fuori la sua vera natura di maniaca del licenziamento, di persecutrice dei pubblici dipendenti ed oggi anche di ignorante della costituzione. Ha detto che il lavoro non è un diritto e che va conquistato dimenticando l'art. 1 della Costituzione che conoscono anche i bambini. Ma si sa ormai la sua riforma del lavoro è tutta incentrata sul dare mano libera alle aziende a licenziare senza tanti problemi ed in  virtù di questo suo convincimento si è lasciata scappare il proprio pensiero. Naturalmente dopo pochi minuti ha dato la sua versione dicendo che si riferiva al posto di lavoro e non al lavoro in quanto tale, piccola differenza ma sostanziale. Vedi a volte che succede a dimenticare per strada una parola. Non posso poi qui fare a meno di sorridere in merito alle reazioni leghiste sullo scivolone della Fornero. I leghisti hanno sottolineato che la ministra si è dimenticata di aver giurato sulla costituzione, da che pulpito viene la predica vero ? Da coloro che ministri della repubblica saltavano davanti a Palazzo Chigi al grido di chi non salta italiano è, o da coloro che hanno dato vita ad un parlamento padano, o .. beh si potrebbe scrivere un libro sugli attentati alla costituzione della lega. Il panorama è desolante ed è questo che più preoccupa della crisi che stiamo vivendo ... non si vede chi potrà davvero portarci fuori almeno che non si dia fiducia a chi piange e poi stritola i destinatari delle proprie lacrime o chi pensa di entrare in politica facendo il santimbanco ...

Nessun commento: