mercoledì 13 giugno 2012

Anticorruzione: ennesima farsa




Già il fatto che si senta la necessità di emanare una legge contro la corruzione dei politici, dei rappresentanti del popolo in parlamento, è di per se umiliante non solo per la classe politica ma anche per l'intero paese e per i suoi cittadini. Si perchè il politico corrotto a volte lo si scopre dopo la sua elezione, ma quante volte nelle liste dei partiti sono stati inseriti personaggi che avevano problemi con la giustizia fino ad arrivare addirittura a candidare dei condannati anche in via definitva ? In moltissime occasioni questo è accaduto e senza distinzione di colore politico. Ed in questi casi, se il partito ha avuto la sfacciataggine di inserire certe figuri nelle proprie liste, che dire del cittadino che li ha votati e ha consentito loro di andare in parlamento ? Forse a mio avviso l'elettore è più condannabile del partito perchè avvalla un malcostume tutto di tipo italiano. Malcostume aggravato poi dalla immunità parlamentare in quanto il corrotto, una volta arrivato in parlamento, si trincea dietro la così detta volontà popolare e viene subito preso in custodia dalla casta dei politici che si ergono contro la magistratura rea di voler sovvertire l'ordine democratico. Un gioco perverso scatenato si dai partiti che si affidano a certi figure poco raccomandabili ma avvallato dal cittadino nella cabina elettorale. Per combattere questo sistema nasce allora l'esigenza di una legge che eviti fin dalla stesura delle liste elettorali l'inserimento di uomini che hanno problemi con la giustizia. Ma qui viene fuori tutta la contraddizione della vicenda che non vede sboco per una legge che dovrebbe essere molto semplice. Si perchè questa legge dovrebbe essere emanata da coloro verso i quali la legge è rivolta. Il parlamento pieno di politici corrotti tenta di stendere un provvedimento contro i politici corrotti quindi contro se stesso ed infatti la legge non vede la luce. Mille cavilli, mille distinguo, mille intoppi per un decreto che potrebbe essere tranquillamente costituito da un articolo e due commi: "Qualsiasi cittadino anche solamente indagato di aver commesso qualunque tipo di reato non può essere inserito in qualsiasi lista elettorale. Un rappresentante del parlamento oggetto di indagine o di procedimento giudiziario da parte della magistratura per un qualsiasi tipo di reato decade immediatamente dal suo incarico" Ecco questa è la legge chiara, limpida, senza possibilità di interpretazione. Una legge che in qualsiasi paese civile non avrebbe bisogno di essere scritta ma dovrebbe far parte del patrimonio sociale del paese a qualsiasi livello ed a maggior ragione della classe politica chiamata a governare il paese stesso. E qualora qualcuno tentasse di sovvertire questo principio dovrebbe essere immediatamente allontananto dal proprio incarico a furor di popolo come avviene in qualsiasi paese civile e democratico dove un politico si dimette anche solo per aver copiato un compito durante la propria carriera scolastica. Il sistema politico italiano è si in grande percentuale corrotto ma il popolo italiano nella sua stragrande maggioranza sopporta questa situazione a dimostrazione che il pesce quando puzza puzza ed a volte è difficile capire se inizia dalla testa o dalla coda.

1 commento:

Nicolò Sella di Monteluce ha detto...

Partendo dal fatto che la sopportazione del popolo italiano pare essere giunta al limite, la necessità di una simile legge è una triste realtà. E' figlia di una classe politica vampiresca e incapace di rigenerarsi