giovedì 1 marzo 2012

Quando il popolo deve far sentire la propria voce










Quello che sta succedendo in Val di Susa somiglia sempre di più ad una guerra civile dove da una parte c'è una popolazione che lotta per difendere il territorio dove vive da generazioni, mentre dall'altra uno Stato senza scrupoli che, in un momento di crisi economica finanziaria, chiede sacrifici alla popolazione ma allo stesso tempo è pronto a sperperare denaro pubblico in un'opera non voglio dire pericolosa e inutile, ma quanto meno dalla dubbia utilità. Purtroppo i mezzi d'informazione, televisione radio e giornali, fanno di tutto per creare ancora più confusione in quanto in questi giorni nessuno parla del progetto scellerato della NoTav quanto piuttosto delle manifestazioni violente messe in atto da qualche sconsiderato dalla parte dei manifestanti, ma anche dalle forze dell'ordine come dimostra il filmato diffuso da Repubblica. Probabilmente pochi sono a conoscenza del progetto della famigerata linea ad alta velocità Torino-Lione perchè se, anche coloro che si scagliano contro i NoTav, conoscessero il progetto e magari si trovassero con la loro casa proprio sopra il tunnel che dovrà essere realizzato, probabilmente si schiererebbero dalla parte dei manifestanti anche i più violenti. Immaginate che sotto la vostra casa fosse scavate un tunnel che dovesse ospitare quattro linee ferroviare alcune più in profondità ed altre più in suprficie, immagino che nessuno accetterebbe quest'opera con tranquillità. Immaginate poi di vivere in una zona come la Val di Susa, una valle alpina in cui la natura la fa da padrona, e che sotto quella valle proseguisse il famigerato tunnel la cui costruzione mette in pericolo diverse falde acquifere della valle stessa, quanti di vioi se ne starebbero tranquilli ad osservare la devastazione dell'ecosistema di tutta la valle. Senza contare poi che in quella valle esiste già una linea ferroviaria in superficie sottoutilizzata in quanto il problema non sono tanto le infrastrutture ma i costi e lo stato disastroso in cui versano le nostre ferrovie. Curioso poi che i difensori della Tav portino a sostegno dell'opera il fatto che tutte le amministrazoni locali e nazionali hanno approvato il progetto come se non si conoscesse quanto la politica nel nostro paese sia distante dai bisogni del territorio e del cittadino comune per concludere che l'approvazione da parte degli organi politici locali e nazionali non sia, almeno in Italia, garanzia di legalità. Purtroppo non si è mai aperto un confronto serio, da parte di nessuno, con le popolazioni locali che hanno dovuto subire sempre il progetto senza essere mai state prese in considerazione le loro perplessità. Un confronto disatteso che ha portato alla situazione attuale dove i valligiani e coloro che sono contrari alla Tav, che non costituiscono una minoranza come ci vogliono far credere, non hanno altro mezzo che azioni anche violente come il blocco delle autostrade e dei treni o qualsiasi altra azione che per portare l'attenzione su tutti i pericoli che il progetto presenta. Senza dimenticare che la violenza è stata messa in campo in prima battuta dallo Stato stesso che ha sgomberato le postazione di protesta civile circa un anno fa grazie alla politica interventista e repressiva dell'allora ministro dell'interno, il nuovo fascista verde Maroni, il quale anche oggi ha suggerito la necessità dell'intervento dell'esercito. Insomma quelle popolazioni hanno tutto il diritto di protestare anche in forme violente considerato che sono oggetto di una violenza inaudita da parte di uno Stato che intende distruggere il loro territorio.













Nessun commento: