lunedì 26 marzo 2012

Dal CaiMano al CaiMonti


Con il governo di Super Mario si pensava quanto meno di aver lasciato alle spalle esternazioni e dichiarazioni di stampo dittatoriale/fascista insofferenti alla democrazia, oltre naturalmente a tutte quelle sceneggiate messe in piedi dal superindagato del consiglio. Le sceneggiate sono terminate, ma non era difficile prevedere questo risultato minimo, mentre l'insofferenza per la democrazia è più difficile da combattere soprattutto poi per un capo del governo che non dovà rispondere del proprio operato agli elettori. E così dopo qualche mese di relativo silenzio ora anche Monti segue la consuetudine del suo predecessore il Caimano. Il governo ha varato per mano del suo ministro più ipocrita, Elsa Fornero, quella delle lacrime, la riforma del lavoro che per incentivare lo sviluppo e per tentare di risolvere la fame da lavoro che attanaglia il paese, ha deciso di iniziare dal distruggere l'articolo simbolo dello statuto dei lavoratori, il famoso articolo 18, e di dare avvio ad una fase di licenziamenti più facili. In uno slancio democratico il governo invece del solito decreto legge presenta un disegno di legge che quindi dovrà essere discusso dal parlamento ed eventualmente modificato. Ma lo slancio democratico di Monti si interrompe subito dopo nemmeno 24 ore dal varo del disegno legge. "Il disegno di legge non si può snaturare, niente reintegro per i licenziamenti economici" dichiara la serpe Fornero, alla quale aggiunge un bel carico da 11 il presidente del consiglio da Seul "Se l'Italia non è pronto pre le riforme il governo potrebbe non restare" Minacce belle e buone alla sovranità del parlamento che in questo modo viene avvisato che, qualsiasi modifica che Monti e il suo braccio armato Fornero non riterranno adeguate, potranno provocare le dimissioni del governo stesso. Siamo quindi in perfetto stile Berlusconiano che considerava il parlamento un intralcio alle potenzialità legislative del governo stesso. E così ora il parlamento ma soprattutto il Partito Democratico che farà .. ? Se cederà sull'articolo 18 si giocherà tutta la dote di voti che aveva a settembre e che non ha avuto il coraggio di sfruttare andando alle elezioni, se invece avraà la forza di tenere duro magari Monti molla davvero e dopo Bersani non saprebbe piu' a che santo votarsi per il candidato premier. Ma poi qualcuno ha capito perchè Bersani si agita tanto ? Quando ha dato la fiducia al governo non sapeva forse che Monti avrebbe fatto tutto ciò che la BCE aveva chiesto a Berlusconi con la famosa lettera compresa la riforma dell'articolo 18 ? Certo che lo sapeva ed ora che si agita a fare. Purtroppo il segretario del Partito Democratico è il più ridicolo di tutta la combriccola ed alla fine sarà quello che ci rimetterà di più .... sempre dopo il popolo dei lavoratori dipendenti e pensionati naturalmente.

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