L'ultimo baluardo che teneva ancora legati politica e paese reale, sebbene attraverso un filo sottilissmo, è caduto fra ieri ed oggi con la presa di posizione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In quest'ultima legislatura aveva preso voce la così detta antipolitica in consequenza di un atteggiamento irriverente del mondo politico rispetto alla realtà ed ai bisogni dei cittadini italiani. La crisi ecnomica che avrebbe dovuto impegnare il potere politico, sia quello al governo che quello all'opposizione, nel difendere il paese e il ceto medio basso dalle consequenze drammatiche della crisi stessa. La politica ha chiesto sacrifici enormi al cittadino medio, ma senza rinunciare a nessuno dei propri privilegi e senza attretrare di un passo rispetto alle innumerevoli agevolazioni delle quali il politico italiano può godere. Situazione aggravata poi dall'arroganza generalizzata del politico e di un comportamento irriverente rispetto a ciò che il paese deve patire in questo periodo di crisi. Gli esempi sono tanti, dalle feste di Berlusconi, alle vacanze in paesi tropicali dei deputati del centro sinistra, a proprietà acquisite con procedure quanto meno discutibili, al ricorso di qualche deputato per la ventilata minaccia relativa alla sospensione del vitalizio. Unico rappresentante delle istituzioni che aveva mantenuto un atteggiamento diverso e comunque abbastanza vicino al cittadino anche se quasi ininfluente sull'andamento generale della politica, era fino ad ieri il Presidente della Repubblica. In questi anni le ha provate di tutte pur di portare alla ragione un governo impegnato in altre faccende rispetto a quelle necessarie per affrontare la crisi economico fiananziaria, ha rispedito al mittente leggi ad personam, ha emanato richiami continui alla buona politica, tutti appelli caduti nel vuoto fino a che ieri anche Giorgio Napolitano ha ceduto. In occasione della sua visita a Torino ha preso, in maniera piuttosto dura, le distanze dal movimento NoTav, che voleva incontrare il presidente per voce dei sindaci dei comuni contrari alla Tav. Anche il presidente è caduto nella trappola della violenza con la quale i mezzi di informazione hanno in questi giorni denigrato il movimento NoTav scambiando alcuni imbecilli con l'anima del movimento stesso. La presa di posizione appare ancora più incomprensibile se si pensa che ad incontrare Giorgio Napolitano sarebbero andati dei rappresentanti delle istituzioni e non i leader del movimento, un rifiuto che equivale a mettere sullo stesso piano chiunque protesti contro la costruzione della linea ad alta velocità in Val di Susa: imbecilli provocatori, movimento NoTav e sindaci .... tutti una massa di violenti per il Presidente della Repubblica. .
martedì 6 marzo 2012
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