lunedì 12 luglio 2010

Mentre l'Italia è stordita dal caldo si preparano tasse, censure e inciuci vari

Fini mostra insofferenza dilagante, la Lega scalpita per fregare il paese con il federalismo, la maggioranza uscita dalle elezioni di due anni fa mostra crepe sempre più vistose ed il dittatore di Arcore corre ai ripari in perfetto stile prima Repubblica, ammesso che questa prima Repubblica sia mai finita sul serio. Naturalmente al centro di queste manovre c'è il figlio leggittimo di quella Democrazia Cristiana che era maestra in questo genere di operazioni: Pierferdinando Casini. Colui cioè che alle ultime elezioni regionali ha stretto alleanze con tutti in diverse regioni pur di ottenere la sua bella fetta di potere locale, e gli italiani, alla fine solo loro che si fregano con le proprie mani, lo hanno votato. Ora il Pdl si appresta per mano del suo padre-padrone- dittatore incontrastato a sostituire le frange ribelli di Alleanza Nazionale guidate dalla coppia Fini-Bocchino con le frange del brizzolato Casini, pronto ad entrare a spada tratta nella maggioranza di cui fino ad ieri diceva peste e corna. In fin dei conti il cavaliere fa un'operazione nemmeno tanto scandalosa sostituendo un bolognese con un altro bolognese quindi gli equilibri interni rimangono inalterati. C'e' un piccolo particolare, ma trascurabile, e cioè che gli elettori avevano votato per Fini nella maggioranza e Casini all'opposizione ed ora si vedrebbero scambiate le parti, ma questo è un dettaglio. D'altra parte anche nell'opposizione sono stati fatti simili pappocchi. Primo fra tutti quello di Rutelli che dopo essere stato eletto nelle file del Partito Democratico se ne è uscito tranquillamente fondando un nuovo partito, che nessun a marzo del 2008 ha votato, ma che ora si trova in parlamento. Anche questa insomma è una storia da prima repubblica, anche se rischia di diventare un paragone offensivo per i partiti di quel periodo storico del paese. In fin dei conti i partiti erno sempre quelli e non si assisteva a questo travaso da una parte all'altra senza colpo ferire. Un democristiano era tale e lo rimaneva a vita cosi' come un comunista o un repubblicano, ma in quel periodo anche le differenze fra le varie formazioni politiche erano ben distinte e nette. Oggi si fa fatica a discernere fra una proposta del Pdl da una del Pd e i travasi sono continui come se si trattasse di semplici vasi comunicanti. Naturalmente in barba ai cittadini che hanno votato formazioni che già oggi sono stravolte e che potrebbero essere completamente ribaltate fra pochi giorni. Ma gli italiani ora dopo la delusione dei mondiali sono stretti nella morsa del caldo, se ne riparlerà a settembre forse quando sarà ormai troppo tardi: saremmo sommersi dalle nuove tasse comunali provinciali e regionali sdoganate da Tremonti che fa mettere le mani nelle nostre tasche da altri, avremo probabilmente le bocche cucite a causa la legge sulle intercettazioni telefoniche (in cambio pero' della certezza di potere telefonare all'amante senza correre il rischio di essere intercettati dalla moglie) e ci ritroveremo con le carte cambiate nella forma ma non nella sostanza. Insomma ora intanto andiamo al mare a settembre avremo tutti i problemi risolti in quanto non avremmo piu' nemmeno la possibilità di essere informati sulle malefatte dei nostri politici.

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