giovedì 22 luglio 2010

Chi si loda s'imbroda e imbroglia il paese

Non ho mai amato molto chi parla troppo di se stesso e chi si loda per quello che riesce a fare, forse per l'educazione ricevuta anche dai miei nonni che con la saggezza che contraddistingue le persone anziane mi ricordavano sempre quel famoso proverbio "Chi si loda si imbroda". Ecco sarebbe opportuno leggere le lodi che oggi il dittatore di arcore si è ritagliato addosso, utilizzando fra l'altro a proprio uso e consumo il servizio pubblico del Tg1, alla luce di questo proverbio e degli insegnamenti dei nostri vecchi. Un governo che veramente opera per il bene del paese o che abbia operato per il bene del paese avrebbe bisogno di questa campagna mediatica filogovernativa ? Di certo no, ma il dittatore e tutta la sua cricca sanno benissimo che fino ad ora hanno fallito sul fronte che più sta a cuore al paese ed alla gente e che ha prodotto notevoli danni in questi due anni e mezzo: l'economia e la finanza. Certo il governo ha sfornato provvedimenti, decreti e disegni di legge approvati a suon di voti di fiducia desautorando il parlamento, ma nessuno di questi provvedimenti ha affrontato in maniera seria ed efficace la crisi economica che ha attanagliato l'Italia come il mondo intero. Anzi per oltre due anni e mezzo Berlusconi stesso, non sapendo che pesci prendere, ha addirittura negato l'esistenza della crisi invitando all'ottimismo i cittadini e spingendoli al consumismo sfrenato. Poi all'imporvviso ecco la manovra taglia spese che raschia le tasche degli italiani, non tutti naturalmente solo i meno abbienti, e produce un ulteriore impoverimento delle condizioni di vita del cittadino medio. L'Istat proprio oggi registra che il potere di acquisto delle famiglie italiane e' diminuito del 2,5%, che una famiglia su quattro taglia sull'essenziale, per non parlare del livello di disoccupazione che ha toccato il 10% della popolazione con punte del 25% fra i giovani. Ecco perchè servono i proclami del dittatore sull'operato del governo, per mascherare il fallimento più mascroscopico che ha impoverito il paese aumentando la forbice fra ricchi e poveri. Un paese balzato indietro di anni anche per quanto riguarda le conquiste dei lavoratori con la maggior azienda italiana, la Fiat, che licenzia senza motivi seri, che propone contratti capestro e che alla fine porta la produzione delle auto all'estero con inevitabili consequenza sull'occupazione. Un fallimento che quindi va mascherato con le parole, un'attività nella quale il cavaliere eccelle, e con manovre di distrazione come le leggi razziali, le leggi sui clandestini, la presunta riforma della giustizia ed il tentativo di mettere il bavaglio al paese e all'informazione in generale. Questo è il senso della pubblicità-progresso messa in campo dal dittatore di arcore per promuovere l'azione del suo governo.

Nessun commento: