lunedì 25 gennaio 2010

Fermatelo prima che sia troppo tardi

Che il progetto del Partito Democratico fosse destinato a fallire era chiaro fin dalla sua nascita: un partito nato mettendo insieme anime troppo diverse tra loro e che voltava le spalle a tutta la sinistra italiana rinnogando la sua stessa storia. Le mosse di questa nuova formazione politica sono state poi tutte maldestre a partire proprio dalle modalità con cui il partito è stato fondato. Il centro sinistra aveva vinto le elezioni da pochi mesi e Prodi governava con una maggioranza molto risicata sostenuto dall'Ulivo, dove insieme ai partiti della sinistra, si era aggregato anche l'Udeur di Mastella, una specie di corpo estraneo. Invece di rafforzare la coalizione dell'Ulivo, Veltroni, D'Alema e Rutelli si sono messi in testa di dare vita al Partito Democratico. L'operazione è riuscita ma come primo effetto collaterale c'è stato il crollo del governo Prodi minato alle fondamenta proprio da Mastella. Non soddisfatti di questo primo risultato negativo, Veltroni ha preteso di far correre da solo il PD alle elezioni del 2008. Secondo risultato catastrofico con la vittoria schiacciante del centro-destra e con l'estromissione dal parlamento di tutte le forze di sinistra. Risultato poi confermato dalle europee dell'anno dopo. In questi primi due anni di governo Berlusconi, tutto il partito è stato più che altro impegnato nel trovare un segretario disposto a guidare una formazione destinata ad inanellare una sconfitta dietro l'altra. Nel frattempo si è lasciato campo libero a Berlusconi mettendo in atto un'opposizione all'acqua di rose più che altro incentrata sullo stesso piano violento e litigioso imposto dal cavaliere. Intanto il partito ha iniziato a perdere i pezzi, quelli messi insieme con della pessima colla, giusto per tentare di racimolare voti ovunque. Con l'elezione finalmente attraverso le primarie di un nuovo segretario si pensava che fosse la volta buona per iniziare un percorso politico degno della formazione di opposizione più forte. Ed invece eccoci allo squallore delle candidature per elezioni regionali ed in particolare per la candidatura in Puglia. Vendola, governatore uscente, è stato a detta di tutti un ottimo amministratore per la regione Puglia e non c'erano elementi per non ripresentare la sua candidatura. Ma i dirigenti del PD, presi dalla smania di accaparrarsi il mercenario Casini ed il suo Udc, propongono un altro candidato, ben voluto appunto dal bel Pierferdinando, il tutto quindi nella migliore tradizione della politica del malaffare e dell'intrigo che niente ha a che vedere con il buon governo. Una brutta vicenda salvata in corner dalle primarie che si sono svolte ieri e che hanno visto il trionfo di Vendola. Devo dire che non credo molto in questa forma di pseudo-democrazia all'americana ma in questo caso, le primarie si sono rivelate uno strumento importante per far capire quale sia il pensiero della gente. Purtroppo questa lezione di democrazia non sembra sia servita molto al Partito Democratico, se stamani, per bocca del sui segretario Bersani, ancora si invocava l'alleanza con l'Udc mentre nello stesso momento, Casini annunciava la presentazione di un proprio candidato. Insomma l'ennesimo buco nell'acqua di questo partito che ha consegnato il paese in mano alla peggiore persona che potesse governare l'Italia e che, nonostante le sconfitte ricevute una dietro l'altra, non si rende conto che proseguendo su questa strada non riuscirà mai a tirare fuori l'Italia dai disastri del centro destra. La strada l'hanno indicata i cittadini pugliesi, ma è necessario agire in fretta e senza più tentennamenti prima che sia troppo tardi. .

1 commento:

carladidi ha detto...

Ottima...AL BACIO!