sabato 30 gennaio 2010

Scontro istituzionale: giustizia contro ignoranza

Le cerimonie per l'apertura dell'anno giudiziario hanno visto in tutta Italia la clamorosa protesta dell'Associazione Nazionale Magistrati. Uno scontro fra giustizia e politica violento messo in atto, senza esclusione di colpi, dal maggiore indagato di questo paese che una maggioranza di cittadini irresponsabili ha messo per la terza volta alla guida del paese. Lui, Silvio Berlusconi, forte di questa investitura di popolo, fra l'altro fasulla in quanto non indirizzata direttamente alla sua persona, si sente un immunizzato a vita rispetto alle varie vicende giudiziare nelle quali si trova coinvolto. Vicende fra l'altro precedenti al suo ultimo incarico governativo e che quindi dovrebbero andare in giudizio come accadrebbe per un cittadino qualsiasi. Invece il presunto volere del popolo viene posto al di sopra di ogni altro potere istituzionale, giustizia compresa, come dire: se per assurdo il popolo alle prossime elezioni perdesse completamente la testa e dirottasse i suo voti su Totò Rijna o su qualche altro boss mafioso, quest'ultimo riceverebbe oltre agli incarichi politici una sorta di immunità contro ogni tipo di reato. Insomma l'esatto contrario di quanto dovrebbe avvenire e cioè che l'uomo politico che ricopre incarichi istituzionali dovrebbe avere un comportamento presente, passato e futuro irreprensibile nel più ampio rispetto delle leggi vigenti. Due visioni completamente diverse e contrastanti. Berlusconi si è circondato di uomini pronti a difenderlo ad ogni costo anche a scapito del blocco totale di migliaia di processi che, per salvare il cavaliere di arcore, vedrebbero impuniti decine di migliaia di reati. Gli uomini del Pdl e della Lega combattono a spada tratta il processo breve, il legittimo impedimento, modifiche costituzionali per consentire al presidente del consiglio, e purtroppo non solo a lui, di evitare processi ed inveitabili condanne. Un difesa a volte anche ridicola e che rivela la profonda ignoranza degli uomini di governo, sia centrale che locale, impegnati in questa battaglia senza quartiere. E' di oggi l'enorme gaffe del ministro della giustizia Alfano che, in pieno delirio di onnipotenza (Silvio docet) ha concluso il suo intervento all'Aquila con la frase "Dichiaro aperto l'anno giudiziario". Il ministro, subito ripreso dal presidente della corte d'appello dell'Aquila che ha apostrofato Alfano nel seguente modo "Fino a quando non ci sarà una riforma in tal senso, l'apertura dell-anno giudiziario la dichiara il presidente della Corte", non ha avuto nemmeno il pudore di arrossire con quella sua faccia tonda sovrastata da occhi da pesce lesso privi di qualsiasi vitalita'. Ecco questi sono i personaggi che ci governano e che non piu' di due sere fa sono stati messi in ridicolo dalla Jene con una semplice domanda "Come recita l'art. 1 della Costituzione ?" alla quale nessuno ha saputo dare una risposta.
Al cospetto di tanta ignoranza oggi i magistrati di Anm sono usciti dalle aule dove si tenevano le celrbazioni con la costituzione in mano, uno scontro violento, uno dei tanti messo in atto dalla maggioranza di centro destra e soprattutto da Silvio Berlusconi, contro ogni potere istituzionale previsto dalla nostra costituzione. Uno scontro che purtroppo non ha ricevuto fino ad ora un'adeguata risposta dai partiti di opposizione che si ostinano a contrastare governo e maggioranza sul piano del dialogo o del gossip piuttosto che scendere a maniere piu' forti e decise.

1 commento:

carladidi ha detto...

...superfluo scrivere che cosa ne penso....saremmo sempre a dirci che stiamo dalla stessa parte...(anche se fa bene ricordarselo spesso)

glisso chiedentoti se hai letto la striscia rossa di oggi Sull'Unità