domenica 14 settembre 2008

La sicurezza ... di essere pestato a sangue


Gli effetti del clima creato dal centro destra sul tema sicurezza si toccano drammaticamente con mano giorno per giorno e ne e' un pratico esempio l'uccisione di un ragazzo di colore pestato a sangue per un presunto furto di qualche euro. Il governo con la sua campagna pubblicitaria ed i suoi provvedimenti ad affetto sta facendo uscire dalle fogne, come si diceva nei mitici anni 68/70, fascisti e razzisti che sfogano i loro istinti giustizialisti su extracomunitari e ragazzi di colore. Tutto questo mentre alcuni ministri di questo governo, fra i piu' esagitati nell'agitare lo spauracchio sicurezza, fanno i buffoni portanto in tre giorni acque del Po dalla sorgente alla laguna di Venezia. Si puo' nel terzo millennio affidare le sorti di un paese a personaggi di questa risma ?
Certamente la sicurezza è uno di quei problemi il cui aggravarsi non può essere addossato solo all'attuale governo Berlusconi ma quanto meno a tutti i governi delle ultimi cinque legislature (due di centro sinistra e tre di centro destra compreso l'attuale). Berlusconi ha comunque la responsabilità di aver drammatizzato oltre ogni limite tale problema utilizzandolo come bandiera della propria campagna elettorale e costruendo su di esso il solito castello di false promesse fondato sui soliti slogan ad effetto. Provvedimenti di facciata, come l'antidemocratico utilizzo dell'esercito nelle grandi città, o come la schedatura dei bambini rom non sono certo la panacea per una maggior sicurezza. La partita si gioca su un altro fronte che purtroppo ancora una volta viene affrontato nella maniera più semplicistica con provvedimenti temporanei, come l'indulto del governo Prodi, che non affrontano il problema alle fondamenta e in maniera strutturale. Oggi si propone ancora una volta una scarcerazione di massa, dimostrando di non aver imparato la lezione. Il problema fondamentale della nostra giustizia è quelli della certezza della pena, chi viene preso in flagrante e processato anche per direttissima rimane in carcere per pochi giorni o settimane: si parla di tre giorni per il 50% dei processati e circa un mese per un altro 15%. Insomma uno dei motivi per cui non si riesce a contrastare il crimine è soprattutto questo: non la certezza della pena ma soprattutto la quasi certezza di farla franca. In nome del contenimento della spesa non si costruiscono nuove carceri, ma allo stesso tempo non si da credito agli studi sui costi di questa nostra giustizia e sono molti gli studiosi che hanno elaborato cifre impressionanti: l'indulto è costato al nostro paese circa 2 miliardi di euro mentre ogni rilascio dopo arresto e processo per direttissima ci costa circa 100 mila euro. Cifre impressionanti che però non vengono nemmeno prese in considerazione, si preferisce sbandierare il risparmio nella pubblica amministrazione riducendo il numero degli insegnanti (una politica che a lungo termine si dimostrerà scellerata) oppure tagliare di 20-40 euro lo stipendio di un pubblico dipendente per ogni giorno di malattia. I risultati di questi studi infine ci dicono che il vero risparmio sarebbe aumentare la capacità delle nostre carceri e tenere in galera i detenuti per tutta la durata della pena. Ma si sa la politica almeno non italia non affronta mai i problemi da un punto di vista razionale.
Se poi volessimo affrontare il problema della criminalità e dell'aumento spaventoso di questi ultimi anni dei crimini in Italia in maniera più seria ed approfondita, allora bisognerebbe mettere in discussione tutta la nostra società ed il modello di sviluppo che essa segue. Condannare chi commette un crimine e fargli scontare tutta la pena senza sconti è senz'altro un deterrente non indifferente ma se volessimo rimuovere le motivazioni che spingono un essere umano a commettere un crimine allora dovremmo cambiare tutto il nostro stile di vita. Un'utopia ? .. Forse si ma l'unico modo per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. La nostra società dalla televisione, alla pubblicità, ai giornali ci sbatte sempre in prima pagina l'aspetto esteriore e materiale del mondo che ci circonda, proponendo un modello in cui chi non riesce ad avere la migliore auto, il miglior cellulare, il miglio capo d'abbigliamento, il miglior gioiello è un fallito. Naturalmente per pubblicizzare tali prodotti si ricorre a personaggi che esteticamente rappresentano il top. Insomma il nostro mondo è il mondo dell'esaltazione dell'esteriorità con la relativa condanna ad un piano secondario dei veri valori che dovrebbero essere la guida della nostra esistenza su questo mondo. Purtroppo questo modello di vita è difficilmente ripercorribile dalla maggioranza delle persone e questo è uno stimolo a cercare mezzi illeciti per raggiungere certi obiettivi. Per non parlare poi del progressivo impoverimento del nostro paese che continua ad accogliere esseri umani disperati da paesi del terzo modo ai quali però non è in grado di offrire niente altro che un'attività malavitosa. Insomma costruiamo più carceri, rendiamo la pena sicura e certa ma se non modifichiamo il nostro stile di vita in cui una grande ricchezza sta nelle mani di pochi, non riusciremo mai a contenere il crimine, la malavita e la delinquenza.

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