domenica 17 agosto 2008

Maroni snocciola cifre ... l'esercito in città un flop


Maroni snocciola cifre a ferragosto per giustificare la presenza dell'esercito in città e dimostrare che è stata una scelta giusta. Ma qui non si tratta di cifre ma di una questione di principio e di garanzie democratiche per il paese e per i cittadini. Concetti difficili da capire per chi svolge le funzioni di ministro dell'interno in un governo di stampo fascita come non accadeva dalla caduta del regime in Italia. Anche le cifre comunque possono essere interpretate da diversi punti di vista. Giustificare l'occupazione delle grandi città da parte di 3.000 militari dell'esercito italiano in assetto di guerra con l'eclatante risultato di 37 arresti e 10 veicoli sequestrati sembra proprio un esercizio ardito e la domanda che il cittadino comune si pone è la seguente: il gioco valeva la candela ? Certamente no e quindi l'obiettivo reale del governo non può che essere un altro: quello di tenere sotto controllo le città alla fine del periodo estivo e nel periodo più caldo per il nostro paese, l'autunno. Rimane comunque la questione di principo che nemmeno le cifre più esaltanti, ammesso che ci fossero stato risultati in tal senso, possono cancellare. L'esercito ha la sua funzione principale nella difesa dei confini (un compito diventato ormai anacronistico) e nella conduzione della guerra, ma il suo impiego in questioni di ordine pubblico e di sicurezza interna è un esercizio di stampo dittatoriale e antidemocratico teso al controllo del paese e soprattutto dell'opposizione al regime. E' vero che in Italia non esiste nessuna opposizione democratica ormai e soprattutto non ne esiste nemmeno di tipo extraparlamentare organizzata al punto tale da diventare pericolosa per il regime di Berlusconi, ma in una situazione fuori controllo con i beni di prima necessita che aumentano senza controllo l'atmosfera nel paese può diventare pericolosa. Da qui l'intenzione del governo di sfruttare la sicurezza come leva per giustificare la presenza dei militari nelle strade. I risultati ottenuti non fanno che confermare le reali intenzioni del governo a dimostrazione che nel nostro paese non è tanto l'arresto di criminali il problema, quanto la velocità e soprattutto l'efficienza della macchina della giustizia che una volta commissionata la pena quasi mai è in grado di farla scontare comopletamente.

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