giovedì 14 gennaio 2021

Il problema non è Renzi ma chi gli da ancora credito

 


ATTENZIONE: questo post potrebbe nuocere alla vostra stabilità mentale se siete dei "fedeli" renziani.

Renzi è come quelle trasmissioni televisive che stanno in piedi e continuano da anni a imperversare sugli schermi nonostante appartengano alla categoria della così detta "televisione spazzatura". Il problema non sono le trasmissioni in quanto tali ma la platea di ascoltatori che le segue. Nella televisione commerciale, ma ormai anche nella televisione pubblica, l'unica cosa che conta sono gli ascolti: se non li fai si cambia la programmazione. Ecco Matteo Renzi appartiene in ambito politico a questa categoria: un personaggio bugiardo seriale che ne ha combinate di tutti i colori ma che ancora ha un seguito, anche se ormai ridotto ai minimi termini, che gli consente di fare il ducetto e pretendere di "governare" a dispetto dei numeri. Che cosa deve fare ancora affinché i suoi seguaci lo lascino al proprio destino definitivamente ?

Figlio putativo di Berlusconi. La carriera agli occhi dell'opinione pubblica è iniziata quando da Sindaco di Firenze è stato convocato dall'allora Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Un sindaco naturalmente non si può rifiutare di andare a colloquio dal capo del governo, ma lui non è andato della sede istituzionale del governo stesso ma bensì a casa di Berlusconi in quel di Arcore. Un'affronto per le istituzione e sicuramente una strizzata d'occhio a quello che sarà poi il suo padre putativo.

Rottamatore. Irrompe poi sulla scena politica italiana con il disgustoso appellativo di "rottamatore" riferito a personaggi storici del panorama politico del nostro paese. Con questo orribile termine, utilizzato fino ad allora per provvedimenti del governo che agevolavano la sostituzioni di auto o di ellettrodomestici con nuove macchine, si proponeva come il nuovo che avanzava in nome di una politica diversa. In realtà alla luce dei fatti di questi ultimi anni il giovanotto ha rottamato esclusivamente il suo Partito, il lavoro, ed oggi l'intero paese che sta lottando con la pandemia.

Regole ad personam. Per scalare il Partito Democratico ha preteso e ottenuto di cambiare le regole delle primarie per aprire il voto a chiunque e non solo agli iscritti al partito. Sarebbe come se un amministratore delegato di un'azienda fosse scelto non dal consiglio di amministrazione dell'azienda stessa ma da qualsiasi consiglio di amministrazione anche di aziende concorrenti. E così alla fine ha vinto le primarie ed è diventato segretario del Partito, grazie anche ai voti di non si sa chi.

La prima grande bugia. Subito si mette in luce dimostrandosi un ferreo sostenitore del maggioritario, l'unico sistema elettorale in grado di mettere in un angolo "i partitini con percentuali da prefisso telefonico", nobile intento, nonché antidemocratico, che oggi appare in tutta la sua falsità: sono trascorsi solo pochi anni e questa sua smania di eliminare i partitini svanisce quando da vita ad Italia Viva, proprio il prototipo del partito con percentuali ad una cifra comprese fra 1% e 3%. 

La seconda grande bugia. Quando Bersani "non vinse le elezioni" e non riuscì a formare un governo con il M5S, si arrivò al famoso governo di Enrico Letta formato da Pd e il Popolo delle Libertà con altri esponenti del centro destra. Renzi, diventato nel frattempo segretario del Pd, iniziò subito una guerra silenziosa e sfibrante contro il capo del governo suo collega di partito. Arrivò il suo famoso "tranquillizzante" tweet rivolto a Enrico Letta che si sentiva in bilico ogni giorno: "Enrico stai sereno". Dopo un giorno o due pugnalò alle spalle Letta come un novello Bruto, fece cadere il governo (unico caso della storia nel quale un partito al governo sfiducia il suo stesso governo) e si piazzò a Palazzo Chigi.

Traditore di valori storici. Arrivato al governo una delle sue prime iniziative fu il tentativo di trovare un accordo con Berlusconi per mettere a punto una riforma costituzionale. Incurante delle tradizioni e della storia del Partito Democratico fece entrare al Nazzareno Silvio Berlusconi. I leader del centro destra sfilò davanti alle foto di coloro che avevano fatto la storia del più grande partito comunista europeo: Togliatti e Berlinguer dovettero sopportare questo affronto di vedere sfilare davanti ai loro occhi l'ex cavaliere, colui che aveva usato il governo ed il paese per i propri sporchi interessi.

Tradisce anche il padre putativo. Il patto del Nazzareno oltre all'accordo sulla riforma costituzionale, prevede anche un accordo sul futuro Presidente della Repubblica. Il candidato di Berlusconi è però il socialista Giuliano Amato che non è gradito a Renzi. Il Pd vorrebbe invece Prodi ma anche lui non è gradito al segretario-capo del governo. Ecco allora che Renzi prima fa fuori Prodi facendo mancare circa 100 voti durante la votazione decisiva e dopo aver accettato la candidatura, poi tradisce anche Berlusconi facendo eleggere Mattarella e naturalmente facendo infuriare il padre putativo. Risultato: il padre putativo abbandona il figlio al suo destino.

La terza grande bugia. La terza grande bugia arriva dopo pochi mesi del suo governo. Il centro destra aveva tentato senza successo di cancellare lo statuto de lavoratori e il "famigerato" art. 18. Lui, dopo dichiarazioni sui giornali e a reti unificate nella quali sosteneva che il problema non era all'odine del giorno, fa passare in parlamento il famoso Jobs Act con il quale depenna definitivamente lo statuto dei lavoratori e l'art. 18. Di fatto il lavoro a tempo indeterminato non esiste più grazie alla liberalizzazione del licenziamento, oltre alla bugia c'è il tradimento di una classe sociale che era sempre stata difesa dal più grande partito della sinistra.

Bugiardo seriale. L'apice delle menzogne è raggiunto con la vicenda della riforma costituzionale. La riforma, concordata con Berlusconi che poi si è defilato in seguito al tradimento del patto del Nazzareno, prevede, secondo Renzi, la fine del bicameralismo. In realtà il Senato è mantenuto ma viene cancellato il voto popolare che elegge i senatori. Si deve ricorrere al referendum confermativo e Matteo Renzi pone la questione sul piano personale dichiarando: "Noi (lui e la Boschi) non siamo come gli altri, se perdiamo il referendum non solo ci dimettiamo ma smettiamo di fare politica". Detto fatto: la riforma costituzionale viene bocciata dal voto popolare, Renzi si dimette, la Boschi pure ma rientra nel governo Gentiloni, entrambi non smettono di fare politica ma anzi si ripresentano alle elezioni del 2018 e Renzi addirittura per quel ramo del parlamento che avrebbe voluto cancellare, il Senato.

L'ultima manovra e l'ultima bugia. E' storia recente. Dopo la caduta del governo giallo-verde causato da una sbronza a base di mojito da parte di Salvini, Renzi si fa paladino del nuovo governo PD-M5S per evitare elezioni che avrebbero consegnato il paese alla peggiore destra mai esistita in questo paese. Naturalmente lui si pavoneggia di questa soluzione, ma la realtà è che se si fosse andati ad elezioni lui avrebbe perso tutti i suoi uomini all'interno del PD. Infatti appena formato il governo che fa ? Crea il suo partitino, si porta dietro due ministre ed un sottosegretario e inizia a mettere i bastoni fra le ruote a Conte ed il suo governo.

Ultima coltellata. L'ultima mossa è incomprensibile, per chi non conosce la vanità-la boria-l'arroganza-la supponenza del giovanotto, non solo agli italiani ma a tutto il mondo. In piena crisi sanitaria con centinaia di morti al giorno, nel momento in cui è appena partita la campagna di vaccinazione che andrebbe organizzata 24 ore su 24i, mentre sta scadendo il tempo per presentare il piano del Recovery Fund per utilizzare i 209 miliardi ottenuti dall'europa, con la crisi economica più grave dal dopoguerra a causa del virus, lui che cosa fa ? Ritira i ministri dal governo e provoca una crisi che potrebbe sfociare in elezioni anticipate proprio in piena pandemia. Ma soprattutto lo fa senza portare giustificazioni serie a parte l'antipatia per Conte che gli ruba la scena e rischia di sottrargli la mano su tutti quei soldi che arriveranno. E allora se non posso gestirli io non li deve gestire nessuno. Poi con la faccia come il lato B, manda i suoi, Rosato in testa, a dichiarare che il governo deve continuare ... e come ?

Ecco dopo questo escursus della carriera politica di Matteo Renzi, dopo che si è dimostrato un bugiardo seriale, dopo che ha tradito chiunque abbia tentato un'alleanza con lui e l'intero paese ..... c'è ancora chi gli da credito e fiducia ... Che altro deve fare per ricevere un calcio nel sedere e sbatterlo lontano dalla politica e dalle istituzioni ? Non vi ha preso abbastanza per i fondelli ?

Nessun commento: