mercoledì 21 agosto 2019

Il rutto del coniglio


Qualora ce ne fosse stato ancora bisogno ieri è andata in scena l'ennesima pagliacciata di questo governo, pagliacciata che ha certificato la completa nullità politica del segretario della Lega Matteo Salvini. Un uomo (non lo chiamiamo politico per rispetto di chi politica la fa davvero e con una minima professionalità) che non è in grado di fare un discorso organico, programmatico e progettuale che vada oltre i 280 caratteri. Se all'uomo togliete lo smartphone, togliete gli slogan (porti chiusi, difesa dei confini, vado avanti, senza paura, flat tax, etc. etc.), e mettete davanti un microfono che non sia in spiaggia o davanti a folle che hanno subito il lavaggio del cervello, non sa come usarlo e non sa sollevarsi dalla sua bassezza da persona bipolare. Ieri è stato preso a schiaffi, a bastonate, a ciabattate dal Presidente del Consiglio e lui, che gli stava a fianco, non ha saputo che esternare con una serie di faccette incredibili. Non sembrava di stare nell'aula del Senato, non sembrava che la seconda carica dello Stato, il Presidente del Consiglio, stesse trattando a pesci in faccia un proprio ministro, ma sembrava di stare assistendo ad una scenetta di varietà, di basso livello per altro, degli anni 60.Dopo gli schiaffi di Giuseppe Conte, Matteo Salvini ha subito preso la parola e subito si è notata la differenza per quanto il discorse del Presidente del Consiglio non fosse poi così di elevati contenuti politici. Ma per mettere all'angolo, almeno per quanto riguarda la dialettica, il ministro della propaganda è stato più che sufficiente. Il Salvini ha continuato a snocciolare le sue parole d'ordine vuote e prive di significato in quanto slogan che chiunque può dire: manovra coraggiosa (ok ma con quali soldi e presi dove), flat tax (prendendo i soldi dove), porti chiusi e sbarchi zero (oltre 4000) con ogni nave Ong che dopo essere stata trasformata per alcuni giorni in un lager, sbarca il proprio carico di disperati. Insomma un uomo che oltre gli slogan da spiaggia, oltre le spacconate dopo aver bevuto qualche mojito è incapace di fare un discorso organico e programmatico serio. D'altra parte dopo 14 mesi di governo uno che inizia con "Rifarei tutto quello che ho fatto" è rivelatrice della bassezza, dell'arroganza e della retorica di un uomo con seri problemi mentali inadeguato a ricoprire qualsiasi ruolo istituzionale in un paese democratico. Ascoltare poi Renzi dopo il discorso di Salvini ha fatto elevare al rango di statista anche l'altro Matteo.
Ultima annotazione: una delle riforme più urgenti per il paese Italia è quella di rendere la carica di segretario di un partito incompatibile con qualsiasi carica istituzionale. Abbiamo avuto tre esempi disastrosi, Berlusconi Renzi e Salvini, tutti hanno giocato su questo doppio ruolo, con Matteo Salvini si è raggiunto l'apice del ridicolo e dello squallore con le istituzioni messe all'angolo rispetto agli interessi di partito.

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