giovedì 23 febbraio 2017

Italia integralista cattolica come nella miglior tradizione islamica



Una forte critica dei paesi occidentali verso i paesi islamici riguarda la "confusione" fra legge dello stato e legge della religione, una confusione che appare anche fin troppo chiara nel senso che ogni stato islamico è guidato soprattutto dalle leggi religiose. Non cè suddivisione dei poteri e il termine "laicità" è un termine completamente sconosciuto. Una situazione però che, per quanto non condivisa da noi occidentali, almeno è chiara e priva di ipocrisie, quelle ipocrisie che pervadono per esempio il nostro paese. Lo Stato italiano ha adottato una Costituzione che sancisce la laicità dello stato stesso e che professa l'uguglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge indipendentemente da razza, sesso, ideologie e confessioni religiosi. Dei principi sani e sacrosanti che sono totalmente disattesi dalla politica e dalle leggi stesso dello Stato. Sono molti gli articoli della nostra Costituzione che sono disattesi, una delle ragioni appunto che hanno spinto a votare NO a qualsiasi modifica della carta costituzionale prima ancora che l'intera carta non sia applicata, ma quando si parla di diritti civili e si entra in questa sfera il mancato rispetto è totale. L'Italia, come i paesi islamici, è succube e sottomessa alle leggi ed ai principi della religione cristiana come se tutti i suoi cittadini fossero cristiani. Ed anche quando si riesce ad ottenere qualche legge progressista e laica, leggi che esistono da anni in ogni parte del mondo occidentale, si trova sempre un'escamotage, un articoletto, una postilla perché tale legge venga applicata fra mille difficoltà. E' stato così per il divorzio, per il quale oltre ad un referendum, abbiamo dovuto aspettare anni prima che diventasse una legge facilmente applicabile senza l'ostacolo di far trascorrere anni dalla separazione all'ottenimento del divorzio. E' stato così per le unioni civili per la quali abbiamo dovuto aspettare 50 anni ed avere una legge "zoppa" rispetto alle leggi di altri paesdi democratici e laici. E' stato così per la fecondazione assistita, quando il parlamento ha emanato una legge da santa inquisizione che è stata smontata pezzo per pezzo dalla corte costituzionale grazie anche alle iniziativi dei singoli cittadini. Ed è così anche per l'aborto approvato fra mille difficoltà negli anni '70 ma ancora di difficile applicazione grazie ad un codicillo che consente ad ogni singolo medico di non applicare la legge con la scusa dell'obiezione di coscienza. Un caso unico in tutto il pianeta dei diritti umani ma anche dello Stato italiano: quale altra legge può essere disattesa con il consenso dello Stato ? Il problema dell'Italia è come sempre riconducibile alla presenza sul suo territorio del Vaticano ed ai famosi patti lateranensi che ne fanno una religione di Stato e, facendo riferimento a questa situazione, la conferenza episcopale, vescovi e cardinali si sentono in diritto di entrare nel merito ed occuparsi di questioni che non li riguardano: la legge dello Stato. Qualche tempo fa questa si chiamava ingerenza e qualcuno la condannava a suo tempo. D'altra parte la politica italiana è stata sempre succube della moralità cristiana, prima con la Democrazia Cristiana (un partito che riportava nel nome la sua appartenenza (e subalternità) ad una confessione religiosa, e poi con una serie di partiti che hanno raccolto l'eredità democristiana a partire anche dal Partito Democratico. Oggi dopo la giusta presa di posizione del presidente della regione Lazio che intende assumere due ginecologi non obiettori per garantire un diritto sacrosanto alle donne, un ministro per giunta donna si scaglia contro questa decisione dimostrando la sua sudditanza alla conferenza episcopale, se fossi una donna la prenderei a calci nel sedere ma essendo un uomo non posso farlo altrimenti sarei accusato di sessisimo.

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