martedì 21 febbraio 2017

Fuori si manganella mentre dentro (PD e M5S) si discute dei fatti propri


La giornata odierna propone un classico esempio di come questo paese sia mal governato (da ormai oltre 25 anni) e della distanza siderale fra politica e realtà. Da una parte la piazza dove in tutta Italia sono scesi tassisti (anche se la loro manifestazione è di stampo corporativista) e gli ambulanti per protestare contro provvedimenti dell'ultima ora inseriti in quel decreto, diventato ormai un classico come un film dei tempi andati, che si chiama "Mille proroghe". Già il nome è tutto un programma ed un'ammissione palese dell'incapacità della politica di gestire un paese moderno e per certi versi unico come l'Italia. Il decreto serve ogni anno per rimandare all'anno successivo, quando probabilmente saranno ancora rimandati, una serie di provvedimenti e di questioni che il governo non è stato capace di risolvere. Spesso si tratta anche di questioni che non si è voluto affrontare per non scatenare l'ira di qualche potente lobby. Ecco allora che in occasione di questo decreto, sul quale immancabilmente viene chiesta la fiducia (altra pratica che dimostra l'inadeguatezza della classe politica), c'è sempre qualche protesta più o meno violenta a seconda del potere contrattuale della categoria colpita. In questo caso i tassisti costituiscono una vera e propria noché potente corporazione in grado di mettere in ginocchio i trasporti nelle nostre grandi città. A questa corporazione si sono associati i venditori ambulanti che forse da questo decreto milleproroghe sono più minacciati dai tassisti ma che sarebbero stati completamente inascoltati se fossero stati da soli a ritrovarsi in piazza. In questo caos il partito di governo si rinchiude nelle proprie stanze, nelle quali è rinchiuso dal 5 dicembre, a chiacchierare dei propri fatti interni ed a giocare sul mi scindo o non mi scindo mentre il suo segretario se ne vola allegramente in California dopo aver lasciato le patate bollenti in mano al povero Gentiloni. Ma c'è subito chi ne approfitta e salta in groppa ai manifestanti sferzandoli e incitandoli come si farebbe con un bel cavallo da corsa: il Movimento 5 Stelle. E lo fa con il suo leader noché comico da strapazzo ormai, Beppe Grillo, ma anche, udite udite, con la sindaca Virginia Raggi che, incapace di amministrare la città, si attacca a quello che trova pur di cercare di recuperare consenso. Ecco perché questo paese è ultimo nella ripresa dopo aver rischiato di fallire (ammesso che non no lo sia già fallito, ecco perché la disoccupazione giovanile è oltre il 40% e perché i licenziamenti hanno subito un'impennata dopo la riforma del lavoro. Benché la protesta dei tassisti sia discutibile ed anacronistica, ma nessuno si è preoccupato di procedere ad una reale riforma e liberalizzazione del settore, è probabile che quello di scendere in piazza ed alzare la voce sua l'unico sistema rimasto al popolo per salvarsi.

Nessun commento: