mercoledì 24 agosto 2011

Tutti contro tutti


La manovra bis del governo Berlusconi ha scatenato una serie di effetti collaterali prima ancora di dare vita agli effetti economici che dovrebbero rimettere in sesto i conti del paese. Questi effetti, che diventano effetti primari, sono tutti politici ed hanno avuto il merito di mettere tutti contro tutti: maggioranza contro se stessa, al confronto Pdl-Lega si è aggiunto uno scontro serrato all'interno stesso del Pdl, maggioranza contro opposizione, ma questo era un effetto scontato, opposizione contro se stessa, divergenze fra PD-Idv, PD-Terzo Polo, Idv-Terzo Polo, Terzo polo contro se stesso, ed infine scontro aperto fra i sindacati, CGIL e Sindacati di Base da una parte (che aderiranno allo sciopero del 6 settembre indetto da CGIL) e CISL-Uil dall'altra contrari a qualsiasi manifestazione di piazza. In mezzo a questo caos generale la voce del Presidente della Repubblica si fa sentire a più riprese per cercare una coesione fra le varie forze politiche e sociali che nemmeno il più potente attaccatutto potrebbe ottenere. Ma d'altra parte Giorgio Napolitano ha ormai assunto la funzione di tutore del Presidente del Consiglio che proprio nella fase più acuta della crisi economica dimostra tutta la propria inadeguatezza a trovare il bandolo della matassa. Senza scendere nel dettaglio tecnico dei vari provvedimenti questa manovra sommata a quella di luglio andrà a colpire i ceti medio bassi, i lavoratori dipendenti ed i pensionati. Non dimentichiamo infatti che mentre a luglio sono stati bloccati gli adeguamenti annuali delle pensioni, sono state tagliate drasticamente le detrazione Irpef, sono stati bloccati gli adeguamenti stipendiali dei dipendenti pubblici, ad agosto sono stati decisi dal governo pesanti tagli a regioni e comuni che andranno ad incidere sui servizi e su aumenti delle aliquote irpef degli stessi enti, oltre al blocco del TFR sempre per i dipedenti pubblici per non parlare dell'articolo che consente alle aziende di bypassare contratti di lavoro e soprattutto statuto dei lavoratori. Insomma tutta una serie di norme che non ricadranno certo sui ceti alti, sui liberi professionisti e sui commercianti. Unico provvedimento che potrebbe far sborsare qualche soldo a chi è più ricco, riguarda il contributo di solidarietà per redditi superiore ai 90.000 ed ai 150.000 euro. Ed è proprio questo provvedimento che ha scatenato maggioranza e opposizione. Berlusconi lo ha presentato come il suo primo ed unico intervento dentro le tasche degli italiani che purtroppo hanno già subito vari prelievi da quelle tasche ormai al verde, prelievi principalmente causati dagli aumenti delle addizionali degli enti locali in virtù dei continui tagli ai loro fondi. Nel Pdl e nella Lega si è scatenata una lotta contro questo provvedimento che si vorrebbe cancellare a fronte di un aumento di un punto percentuale dell'Iva, come dire, altro salasso che avrà conseguenze negative soprattutto sempre fra i ceti medio bassi. Ma se la critica al contributo di solidarietà all'interno del Pdl, che difende gli interessi dell'alta borghesia, è scontato lo è molto meno all'interno del Pd che invece in momenti come questi dovrebbe difendere una politica di equità sociale che dovrebbe difendere i ceti più esposti e più tartassati da queste manovre. Ciò che accade all'interno del PD è sempre comunque niente in considerazione a ciò che sta accadendp all'interno del sindacato. Mentre i lavoratori sono attaccati da ogni parti, sono sottoposti a veri e propri salassi economici, sono privati di diritti conquistati con anni di lotte, sono colpiti anche in quelle feste nazionali come il 25 aprile ed il 1 maggio simboli inalienabili della libertà e della emancipazione del paese, i sindacati che fanno ? Si dividono sulle indispensabili lotte di piazza che dovranno essere lo strumento per cercare di modificare un manovra che non colpisce solo economicamente ma ha anche lo scopo di riportare indietro di 70-80 il paese quando nell'era fascista certe ricorrenze erano state abolite. Senza contare che anche la manifestazione che è stata indetta dalla CGIL sarà sicuramente inefficace perchè organizzata quando ormai il decreto del governo sulla manovra sarà legge. Insomma il paese è nel caos non solo istituzionale, ma anche politico e sociale senza nessuna forza parlamentare o sindacale in grado di difendere i diritti dei più deboli, mentre la casta, pur litigiosa e divisa, alla fine ne uscirà mantenendo intatti i propri privilegi.

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