domenica 14 agosto 2011

La corda è stata tirata oltre ogni limite .... ora tocca al popolo


Dopo due giorni di notizie, dichiarazioni, commenti in merito alla manovra bis che questo governo di incompetenti ha propinato al paese, risulta chiaro che la politica italiana, almeno quella presente in parlamento, è distante anni luce dalla maggioranza del paese e soprattutto da quella parte dello stesso paese senza la quale l'Italia sarebbe già fallita da tempo e cioè lavoratori dipendenti e pensionati. Ma che il governo, guidato dal più ricco e inquisito imprenditore del paese, lavori esclusivamente per salvaguardare gli interessi della casta, dei capitalisti e degli imprenditori è quasi comprensibile (anche se un governo dovrebbe lavorare prima di tutto per il bene dell'intero paese e non per una parte minoritaria dello stesso), ciò che invece risulta inaccettabile e vergognoso è che anche l'opposizione non sappia reagire ad una manovra reazionaria, fascista e lesiva dei diritti dei lavoratori conquistati con il sangue. Ma la corda si sta per rompere e la gente è stanca e soprattutto lo sono lavoratori dipendenti e pensionati di dover ancora una volta essere tartassati. Un'opposizione seria avrebbe avuto tutta una serie di motivi da contrapporre a questo scempio, motivi sia politici che tecnici, motivi per i quali avrebbe dovuto chiamare a raccolta il popolo per opporsi a delle norme che mettono a rischio la sopravvivenza del popolo stesso piuttosto che cimentarsi in dichiarazioni di principio inutili.

La prima osservazione di ordine politico che doveva essere fatta e sostenuta dalle opposizioni riguardava i motivi per i quali ci si è ritrovati a queste due manovre d'urgenza. Berlusconi e company hanno impiegati i tre anni del loro ultimo governo ad occuparsi di problemi ininfluenti per l'economia del paese che andava alla deriva sotto l'impervesare di una profonda crisi mondiale. Per tre anni non è stato fatto niente se non occuparsi dei problemi giudiziari del Presidente del Consiglio e della sua condotta di vita allegra fino al punto di essere incriminato per concussione e prostituzione minorile. Nel frattempo il debito pubblico cresceva a dismisura dopo che in due anni il governo Prodi lo aveva riportato entro i famosi parametri europei del 3% (i precedenti 5 anni devastati sempre dalla insensata gestione di Berlsuconi avevano fatto schizzare il debito pubblico oltre il 5%). Ora nel giro di nemmeno un mese si è stati costretti a due manovre realizzate esclusivamente perchè la BCE le ha imposte in cambio di un'operazione di salvataggio dell'Italia. Il primo problema è quindi tutto di carattere politico: se ci troviamo nella situazione attuale non è colpa della crisi mondiale ma semplicemente dell'incuria del governo e della maggioranza di centro destra tutta impegnata a varare norme salvapremier nei tre anni appena trascorsi.

La seconda osservazione riguarda più nel dettaglio i provvedimenti presi e che sono stati velocemente adottati anche grazie al consenso dell'opposizione che ha spianato la strada all'approvazione del primo decreto ma che anche per quannto riguarda il secondo non sembra in grado di opporsi in maniera adeguata. In questi giorni di parla del secondo decreto dimenticando forse i danni già messi in campo con il primo. La domanda alla quale giornali e mezzi di informazione cercano di dare una risposta è la seguente: chi alla fine nei prossimi due anni pagherà la scelleratezza di questo governo ? E' presto detto. I lavoratori dipendenti pubblici ed i pensionati, saranno loro i salvatori della patria (ammesso che la patria si salvi considerato che ne' il primo ne' il secondo decreto contengono provvedimenti seri per il contenimento della spesa pubblica), saranno loro che avranno stipendi bloccati, pensioni non rivalutate, abolizione delle detrazioni Irpef, Tfr bloccato, licenziamenti più facili, prelievi del 5% e 10% per coloro che hanno redditi superiori ai 90mila e 150mila euro. Tutti prrovvedimenti facilmente applicabili ai lavoratori dipendenti in generale ed ai dipendenti pubblici più vessati degli altri. Anche il contributo di solidarietà colpirà essenzialmente loro in quando i redditi medi dei liberi professionisti (avvocati, notai, medici ... e via dicendo) e di commercianti (ristoratori, gestori di bar, e via dicendo) si aggirano intorno ai 50.000 euro e quindi nemmeno quei miseri 50 o 100 euro verseranno. Senza poi contare che i lavoratori dipendenti e pensionati che hanno redditi superiori ai 90.000 euro pagheranno si il contributo di solidarietà ma alla fine potranno addirittura scaricarlo sull'Irpef degli anni seguenti quindi alla fine i soldi rimediati con questo provvedimento che sembrerebbe colpire i più ricchi saranno solo briciole. E non facciamoci illudere dal fumo negli dei tagli alla politica perchè sulla riduzione delle province è già in corso una battaglia senza esclusione di colpi anche in virtù del cavillo che è stato introdotto in merito alla estensione territoriale. Senza contare che per ridurre le province sulla base o del numero degli abitanti o della estensione territoriale sarà necessario attendere i risultati del censimento 2011 e quindi se va bene se ne parla fra due anni, ma intanto le categorie dei cittadini colpite pagano da subito.

La terza osservazione invece riguarda il contenimento della spesa perchè va bene recuperare soldi ma se allo stesso tempo non si tappano le falle l'unico risultato che si otterrà sarà quello di poter avere più risorse disponibili e quindi alla fine aumentare ancora la spesa stessa. E qui è notte fonda perchè è stato fatto un taglio generalizzato che diminuirà ancora i fondi trasferiti alle regioni senza un'analisi precisa e dettagliata di dove i soldi vengono sprecati. Il taglio alle regioni avrà come diretto risultato il trasferimento sui cittadini che si vedranno da una parte aumentare le addizionali Irpef e dall'altra diminuire i servizi.

Insomma una manovra iniqua resasi necessaria grazie alla trascuratezza ed incapacità del governo Berlusconi, un'incapacità per altro dimostratasi nel tempo considerato che negli ultimi 10 anni, ben otto sono stati governati dal centro sinistra. Allora qualunque manovra sia messa in atto è destinata a fallire se non si elimina alla fonte la causa di questo disastro: Silvio Berlusconi. Le opposizioni prima di discutere di modifiche o di qualsiasi altro provvedimenti correttivo dovrebbero pretendere le dimissioni di un uomo inetto che ha portato il paese sull'orlo del tracollo, tracollo evitato solo perchè la BCE ci ha preso per il bavero e tirati su. Se non le opposizioni non chiederanno questo dovrà essere il popolo a scendere in piazza per ribellarsi a questa ulteriore scure che si è abbattuta sulla propria testa.







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