venerdì 26 agosto 2011

Partito dell'inDecisione


Erano altri tempi quando si accusava la CGIL di dipendere strettamente dall'allora Partito Comunista Italiano. Si accusava quel sindacato di non avere una posizione autonoma e di svolgere la propria azione seguendo le indicazioni del PCI ed in realtà era difficile che CGIL e PCI si trovassero in disaccordo, ma non per una ragione di dipendenza del sindacato dal partito ma semplicemente per una unità di intenti rispetto alla difesa dei diritti dei lavoratori. Ora che una delle due organizzazioni, il Partito Comunista Italiano, ha nel tempo cambiato progressivamente pelle si scopre che quella dipendenza era una favola. Anche la CGIL non è più quella degli anni 70-80 (impensabile in quegli anni ipotizzare un accordo firmato insieme alla confindustria come è stato fatto a luglio oppure impensabile far passare un accordo capestro come quello che Marchionne ha imposto alla Fiat) ed ha ammorbidito la sua condotta sindacale ma la trasformazione di questo sindacato non ha niente a che vedere con quella che ha subito il Partito Comunista Italiano dando vita al Partito Democratico. Una trasformazione quella del più grande partito comunista europeo che viene alla luce in tutte le sue contraddizioni propri in questi giorni così bui per il cedo medio basso e per i lavoratori dipendenti di questo paese sia che si tratti di operai che di impiegati. Una trasformazione fin troppo prevedibile da quando si è dato vita a questo baraccone costruito sull'unione di anime talmente diversa da rendere impossibile il concretizzarsi di una linea politica che fosse anche il vago ricordo di quella del glorioso PCI. Oggi, ma non solo oggi, questa trasformazione è resa palese in tutta la sua drammaticità per il paese perchè se ci troviamo in questa situazione una buona dose di responsabilità è anche del Partito Democratico. La CGIL pur essendo passato ad una linea più morbida non poteva esimersi da dichiarare uno sciopero generale in occasione di una manovra economica che penalizza fortemente lavoratori dipendenti ed operai ma che mette in discussione tutta una serie di diritti acquisiti dai lavoratori con anni ed anni di lotte sindacali. Il vecchio PCI non avrebbe avuto un secondo di esitazione ad aderire allo sciopero ed anzi a farsi addirittura promotore del movimento di protesta contro il governo, il PD invece tentenna abbandonando i lavoratori al proprio destino e tradendo, se mai non lo avesse ancora fatto, le fondamenta sulle quali è sorto tre anni fa. Un tentennamento che prosegue anche su altri versanti come quelli referendari. Dopo aver tentennato sui referendum di giugno salendo sul carro dell'Idv quando era chiaro che quei referendum sarebbero stati un successo, oggi tentenna sul nuovo referendum lanciato sempre dall'Idv per cancellare la schifezza dell'attuale legge elettorale. Sono stati chiesti spazi per la raccolta delle firme nelle feste che il Pd si appresta ad organizzare, ma nessuna risposta o risposte evasive sono arrivate dal Partito Democratico. E' desolante vedere come un partito da difensore dei lavoratori e della classe operaia si sia trasformato in un partito borghese il cui unico obiettivo è andare al governo non importa attraverso quali compromessi e quali rinunce.

Nessun commento: