mercoledì 31 gennaio 2018

Non ci sono più i ... candidati di una volta


Dopo le scoppiettanti promesse di inizio campagna elettorale, si è passati alla fase 2: i fuochi d'artificio delle candidature. E prosegue la saga delle elezioni politiche e dei partiti che, bene o male nessuno escluso (1 o 2 eccezioni a parte), remano tutti nella stessa direzione: allontanare i cittadini dalla politica. Perché il partito che vincerà le elezioni il 4 marzo 2018 sarà quasi certamente quello dell'astensione, sia per il caos al quale questa legge elettorale ha dato vita sia per l'incosistenza dei partiti che si presentano alle prossime elezioni sia per la "pigrizia" e la "paura" dei cittadini di cambiare veramente. Ora dopo le promesse ecco i candidati ed anche in questo caso c'è veramente da ridere per le immense cavolate commesse da tutti per accapparrarsi i cosidetti candidati di "spicco". Si perché i partiti non sono più quelli di una volta, nè come denominazione naturalmente nè tantomeno come ideali i programma, ma nemmeno come organizzazioni all'interno delle quali si "imparava" a fare il politico e non esisteva che si candidasse un personaggio solo per il suo nome più o meno altisonante. Oggi i partiti non svolgono più questa funzione, non rappresentano più una scuola per chi avesse voglia di impegnarsi in politica, ma sempre più spesso si arriva ad occupare un posto in parlamento solo per meriti, o demeriti a seconda dei punti di vista, che niente hanno a che fare con la politica e nemmeno con le idee che quel partito rappresenta. Sono tanti gli esempi scovati dopo la pubblicazione delle liste per le prossime elezioni. Si va dal M5S che perde la propria verginità e la propria intransigenza candidando amici del partito nemico per eccellenza, il Pd, cambiando totalmente rotta rispetto a cinque anni fa. Per non parlare di candidati come Luigi Paragone, giornalista o presunto tale, che in un recente passato è stato addirittura direttore del giornale della Lega la Padania. Che dire poi del Partito Democratico che, da una parte si sforza di negare presunti governi con Forza Italia dopo le elezioni, salvo poi candidare in un collegio uninominale in Calabria il primo dei non eletti alle elezioni regionali appartenente a Forza Italia, che, se perdesse la sfida, rientrerebbe in consiglio regionale proprio nel gruppo della stessa Forza Italia. Emblematici poi le vicende di Casini, candidato nell'uninominale per la coalizione con il Pd a Bologna, e di Maria Elena Boschi esiliata a Bolzano per tentare di evitarle la "trombata" politica. Poi ci sono i famosi impresentabili, personaggi che hanno problemi con la giustizia, in alcuni casi da varificare certo, ma fare politica non è obbligatorio e pretendere di avere candidati puliti dovrebbe essere un'esigenza del cittadino.
Rimane una sola cosa da fare anche per chi pensa di astenersi, votare formazioni minori che non promettono, che hanno un programma e che hanno candidati seri .. e per fortuna una o due ci sono.

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