martedì 20 settembre 2016

Nel caos delle riforme anche la Consulta offre una stampella a Renzi






Ed ora con il rinvio della sentenza sulla costituzionalità dell'Italicum, riforma costituzionale e legge elettorale sono legate a doppio filo in un abbraccio incomprensibile. Un altro fatto che si aggiunge ai vari elementi che entrano in gioco nel referendum constituzionale e tutti indipendenti dal merito. Certo se la Corte Costituzionale avesse sentenziato l'incostituzionalità della legge elettorale sarebbe stato un bel colpo per la Renzi e soci e per la loro riforma della costituzione ed allora meglio lavarsi le mani (in Italia siamo molto bravi in questa pratica inaugurata da un certo Ponzio Pilato) e rimandare tutto al dopo il referendum. Come se la vittoria del Si o del No cancellasse con un colpo di spugna dall'Italicum i sospetti di incostituzionalità. Certo se la riforma della costituzione fosse respinta dal voto popolare anche la legge elettorale inevitabilmente dovrebbe essere rivista in quanto non prevede il voto per l'elezione del Senato ma la parte che riguarda il voto della Camera rimarrebbe e quindi conserverebbe tutte quelle storture che ne mettono in dubbio la costituzionalità. D'altra parte tutto questo caos è stato messo in piedi da un parlamento inadeguato ed esso stesso "incostituzionale" ma soprattutto da una maggioranza guidata da un fanfarone che oltre a cambiare parere due volte al giorno si sta dimostrando, insieme ai suoi ministri, un perfetto incompetente in materia di istituzioni. Il trio Renzi-Boschi-Verdini hanno modificato ed approvato una legge elettorale tagliata per una riforma costituzionale prima ancora che la riforma stessa passasse sotto il vaglio del voto popolare e fosse quindi definitivamente approvata. Naturalmente il giochetto, per quanto maldestro dal punto di vista delle istituzioni, è stato organizzato dagli autori con il semplice obiettivo di mantenersi in vita e mettersi al riparo da eventuali sfiduce e rischi d elezioni anticipate: chi si prenderebbe la responsabilità di andare al voto senza di fatto una legge elettorale idonea a garantire il voto ? Perfino l'ex cavaliere aveva fatto tutto meglio ed in maniera più intelligente approvando la "sua" riforma costituzionale alla fine del suo governo e quindi liberandosi dalla costrizione di spostare il voto referendario sulla propria persona lasciando la discussione al merito. Oggi invece si discute di tutto e di più ad esclusione delle vere implicazioni di questa "schiforma", perfino Cacciari dichiara: "Questa riforma fa schifo ma voterò Si". Siamo oltre la frutta, il caffè e l'ammazzacaffè ed ora anche la Consulta si infila in questo tunnel.

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