giovedì 8 settembre 2016

In Europa dopo 27 anni si torna al muro


Il muro di Berlino eretto, nel 1961, fu abbattuto nel 1989. Sono trascorsi solo 27 anni e l'europa, per mano dei due paesi più democratici del continente Francia e Inghilterra, ricorre nuovamente ad un muro a dimostrazione nella propria incapacità politica e della propria inesistenza. L'Inghilterra, con il benestare della Francia, costruirà un muro si dice alto 4 metri, per arginare il flusso di immigrati che attraverso Calais tentano di attraversare la manica per arrivare nell'isola britannica. Una costruzione che riporta indietro l'europa ai suoi anni più bui, quelli del nazismo germanico e degli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale quando attraverso il muro di Berlino si tentò di dividere il blocco occidentale dal quello dell'Unione Sovietica. La storia purtroppo sembra non insegnare alcunché e proprio agli stati che più hanno sofferto e patito quello che accaduto nel ventesimo secolo. Lo dimostra Israele con la sua politica contro i palestinesi, trattati in molte occasioni come lo furono gli ebrei da parte dei tedeschi, e ora lo dimostra l'Europa, o meglio l'Inghilterra e la Francia, due paesi che hanno contribuito attivamente alla sconfitta del nazismo e del terribile regime totalitario che i tedeschi avevano instaurato in tutta europa. Senza poi contare che Inghilterra e Francia sono due paesi occidentali fra i maggiori responsabili di quello che sta accadendo oggi a causa dell'integralismo islamico. L'europa, forse per la prima volta nella sua storia, si trova ad affrontare un problema come davvero si trattasse di un singolo stato federale ed in questa prima seria occasione dimostra tutta la sua incapacità e inesistenza. Di fatto non esiste una linea comune condivisa da tutti ed ogni paese si comporta a modo proprio senza che l'Europa possa fare qualcosa: chi erge muri, chi respinge gli immigrati, che li raccoglie in campi di concentramento. Tutti però sono unanimi in un comportamento che non risolve il problema: continuare nelle politica dsi sfruttamento del più debole. Se  non si cambia questo modello di sviluppo si potranno vincere della battaglie ma la guerra è persa.

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