venerdì 9 settembre 2016

Ma alla fine il sindaco di Roma chi è ?


L'aspetto più inquietante della vicenda di Virgina Raggi, sindaco di Roma del M5S, di questi giorni è quanto pubblicato oggi sull'organo ufficiale del Movimento 5 Stelle e cioè il blog di Beppe Grillo: Olimpiadi di Roma no grazie. L'inquietudine proviene non tanto dal contenuto del post che annuncia un chiaro No alla candidatura di Roma alle olimpiadi del 2024, ma piuttosto che questo No anticipa la decisione del sindaco al quale viene in questo modo ridotta se non del tutto tagliata la propria autonomia decisionale. Tutto quanto accaduto in questi giorni, montato ad arte da giornali vicini al PD (quasi tutti quindi) e dal PD stesso, non rappresenta altro che una "normale" vicenda di politica italiana che non avrebbe niente di rilevante se non fosse per il protagonista e cioè il M5S per la prima volta asceso alla guida di una grande città italiana (con tutto il rispetto per Parma). Storie di ordinaria follia tutta italiota, gli altri partiti, dei vari schieramenti da destra a sinistra passando per il centro, hanno combinato ben di peggio nella capitale riducendola al disastro attuale, ma al M5S, paladino a parole della trasparenza, non viene perdonato niente in virtù della sua colpa di aver messo nell'angolo tutto il cucuzzaro. Se nel nostro paese dovessero mettersi da parte tutti i politici che raccontano bugie (come dovrebbe essere in un paese normale) il governo, il parlamento, i consigli regionali e comunali sarebbero svuotati in quattro e quattr'otto e sarebbe difficile trovare nuovi candidati per nuove elezioni. Più grave invece è la mancanza di autonomia di un sindaco che segue le direttive del suo "capo", inteso come il padrone del partito o del movimento per il quale è stato eletto. Il sindaco, ma anche ogni altro politico, se anche per il parlamento si votasse in maniera democratica e non per delega alle nomine, dovrebbe rispondere direttamente ed esclusivamente ai propri elettori e a nessun altro. Ora è anche vero che Virginia Raggi lo aveva apertamente dichiarato in campagna elettorale "Se Grillo mi chidesse di dimettermi, lo farei" e quindi nessuno dei suoi elettori può lamentarsi se oggi non è lei che dice No alle Olimpiadi, ma lo fa direttamente l'organo ufficiale del movimento. La Raggi su questo problema è stata sempre un pò evasiva, ma ora non ha scelta dovrà dire anche lei No pena l'espulsione diretta dal M5S e probabilmente la fine della sua carriera da sindaco. Ora la domanda è: possiamo mettere in mano le sorti del paese ad un comico ? Ma c'è anche un'altra domanda: perché quando ha detto No Monti alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2014 tutti se ne sono stati zitti ed ora perché lo dice Virginia Raggi, ops pardon Beppe Grillo, c'è una ribellione generale soprattutto dal Renzi e company .. ? misteri della politica trasformista italiana.  

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