mercoledì 27 agosto 2014

Segni incoraggianti .... ma la rotta non cambia


Fra palestiensi e israeliani una tregua che sembra duratura e bombardamenti terminati, in Ucraina prove di dialogo fra Putin e Poroshenko alla ricerca della pace, deboli segnali per una ricerca di un dialogo che sembra difficile e complicato ma se si vuole essere ottimisti non ci rimane che attaccarsi a questi eventi per sperare in un cammino verso la pace. Purtroppo gli eventi tragici e violenti sono di gran lunga superiori a queste prove di dialogo, ma soprattutto non si intravede un cambio di rotta nelle politiche dei paese occidentali ed in particolare di Stati Uniti ed Europa. Per contrastare l'ascesa del fondamentalismo islamico e delle sue brutture non si trova altra soluzione che ricorrere ad altre brutture come le armi donate agli iracheni dall'Italia o peggio ancora come i bombardamenti che gli Usa si apprestano a portare a termine sul territorio siriano. Come se non fosse stato già ampiamente dimostrato che rispondere alla violenza con la violenza porta ad un unico risultato: altra violenza. Certamente non è facile pensare ad una strategia per fermare i fanatici dell'islam che si dice oggi reclutino bambini di 10 anni, ma la violenza può al limite essere pensata come una terapia d'urto alla quale far seguire un progetto politico per debellare questa bruttura dell'umanità come tante altre, ma questo progetto non si intravede nemmeno lontanamente. E che dire poi della continua migrazione verso le nostre coste di disperati che scappano da territori dove non esistono condizioni di vita umane. Si discute su chi deve aiutare questi poveri diavoli mentre molti di loro perdono tragicamente la vita durante le traversate verso la terra promessa, ma si mette in campo qualche politica che arrivi alla radice del problema, che tenti di rimuovere le cause di questo esodo che ormai è sicuramente di tipo biblico. Insomma nonostante i lievi segnali come quelli che arrivano da Gaza e dall'Ucraina, la situazione internazionale è grave e di non facile soluzione senza un cambio radicale delle politiche dei paesi occidentali, fra i quali latita completamente l'Europa sempre al traino degli Usa e per questo spesso vittima di veri e propri karakiri come l'embargo messo in atto verso la Russia. 

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