martedì 5 agosto 2014

I discorsi li porta via il vento .... e a discorrè non è fatica ... e alla fine siamo tutti gufi

Nella politica italiana la distanza fra le parole distribuite (promesse) dal politico di turno ed i fatti che dovrebbero costituire la parte pratica delle stesse parole è sempre stata più che siderale, soprattutto poi quando queste parole sono distribuite in campagna elettorale. Una pratica che ha trovato sempre degni interpreti a partire da Berlusconi (quante ne ha dette a volte smentendole anche da solo e quante non ne ha fatte è sotto gli occhi di tutti) per arrivare ad oggi con altri due grandi interpreti delle parole facili: Renzi e Grillo. Ora mentre il secondo spara parole a vanvera per pura propaganda e per pura promozione del suo blog, il primo è diventato presidente del consiglio e quindi da lui ci si aspetterebbe meno parole e più fatti ed invece Renzi è diventato un grande snocciolatore di promesse mancate e di tempi non rispettati. Grillo una volta ottenuto il successo elettorale che ha portato qualche centinaio di appartenenti al movimento in parlammento, ha disatteso le aspettative di quei 9 milioni di elettori che avevano creduto nel cambiamento promesso. Ma oltre le promesse e le trovate sceniche non si è andati. Anche oggi dove si sta approvando in senato un riforma costituzionale che, abbinata alla nuova legge elettorale, costituirà un controriforma ed un colpo mortale alla democrazia, i grillini hanno preferito abbandonare l'aula piuttosto che rimanere dentro e lottare contro la maggioranza antidemocratica. Coloro che dovevano aprire il parlamento come una scatola di sardine sono rimasti imprigionati nella scatola. E si che nel dibattito avevano effettuato interventi anche di ottima fattura e condivisibili, ma hanno preferito abdicare e lasciare strada libera al caterpillar Renzi. Intanto Grillo continua con i suoi vaneggiamenti ai quali i media stanno dando meno risalto anche se l'ultima affermazione (Pinochet meglio di Napolitano, Berlusconi e Renzi) in uno dei suoi post schizzofrenici avrebbe dovuto essere adeguatamente messo al bando. Renzi da parte sua non è da meno con una sola aggravante che essendo il presidente del consiglio sparare promesse che poi non sono mantenute è sicuramente più grave. E le promesse inattuate sono ormai in numero maggiore delle cose fatte e portate a termine. Nel suo intervento di presentazione alle camere a febbraio secondo il vangelo di Matteo a giugno avremmo dovuto avere: nuova legge elettorale, riforma della costituzione, riforma del lavoro, riforma della pubblica amministrazione. Siamo ad agosto e l'unico risultato portato a termine è stato l'elargizione degli 80 euro per comprarsi il voto europeo. In quella occasione per raggiungere il 41% aveva anche promesso a pensionati e lavoratori dipendenti sotto gli 8.000 euro la stessa elargizione, sulla quale ora è dovuto tornare indietro. Come è tornato indietro sull'età della pensione per i docenti universitari (quella si che è una casta e lo ha dimostrato ancora una volta) e per i dipendenti pubblici, un ripiegamento dovuto soprattutto alla mancanza di una politica economica che possa definirsi tale, mancanza che aggrava la situazione del paese in concomitanza di un acuirsi della crisi. Insomma Renzi, giovane presidente del consiglio, si è dedicato, dimostrando di essere un vecchio politico navigato che pensa prima di tutto al consenso, a problemi che non intacchino questo consenso andando a toccare interessi che sarebbe necessario toccare per occuparsi di economia. Per fare questo spara quotidianamente parole a raffica ... molte anche di dubbio gusto considerando che provengono da un presidente del consiglio che invece di controbattere chi gli si oppone argomentando le sue scelte politiche, preferisce scendere sul terreno della denigrazione e dell'offesa di berlusconiana memoria. Insomma o sei con Renzi o sei un gufo della peggiore specie.

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