martedì 19 agosto 2014

Il Papa: "Siamo alla terza guerra mondiale" ... come dargli torto


Il passato, la nostra storia dovrebbe insegnarci soprattutto a non commettere gli stessi errori ma questa semplice regola sembra non valere per l'essere umano. Una specie piuttosto anomala quella dell'essere umano rispetto al resto del mondo animale. Ha sviluppato un'intelligenza unica, almeno qui sul pianeta terra, ma questa intelligenza molto spesso l'uomo la utilizza contro se stesso e contro l'ambiente che lo ospita. La storia dell'umanità, fin dall'età della pietra, è costellata di guerre più o meno cruente, più o meno estese fino ad arrivare al ventesimo secolo durante il quale abbiamo avuto ben due guerre mondiali con atrocità di ogni tipo. Ma non sono state sufficienti per far cambiare rotta all'umanità ed oggi, pur non essendo in presenza di una terza guerra mondiale come quelle del 900, stiamo assistendo a conflitti sparsi su tutto il pianeta oltre a situazioni locali che mettono in risalto la fragilità e la stupidità umana. Medio oriente, Ucraina, e Africa sono le zone del pianeta dove si stanno combattendo delle guerre vere e proprie originate da povertà, sfruttamento, integralismo religioso, sopraffazione per l'acapparramento di risorse naturali. Guerre però dove le vittime non sono esclusivamente i soldati che le combattono ma anche e soprattutto civili inermi: uomini, donne e bambini la cui unica colpa è quella di essere nati in quei territori o di appartenere a confessioni religiose o etnie diverse. Le guerre in atto però non sono l'unica follia umana di questo periodo storico. Un'altra guerra che non si combatte con le armi ma con l'economia e la finanza è costituita dalla crisi economica in atto da qualche anno e della quale non si vede la fine. Una crisi nata dal modello sociale ormai imperante a livello planetario, il capitalismo e una crisi altrettanto cruenta di una guerra anche se per aspetti diversi. Le vittime di questa crisi sono i ceti sociali più poveri ai quali viene tolto l'unico mezzo di sostentamento che hanno, il lavoro, a vantaggio dei ceti più ricchi che per assurdo vedono aumentare le loro ricchezze. L'aspetto più aberrante di questa crisi è infatti questo: l'aumento della forbice fra ricco e povero con il ricco che diventa sempre più ricco ed il povero sempre più povero. Tornando alla violenza di quest giorni poi che dire di quanto accade ancora nel 2014 negli Stati Uniti dove un poliziotto uccide, apparentemente senza motivo, un ragazzo di colore scatenando una protesta violenta da parte della stessa popolazione di colore che, giustamente pretende, l'arresto del poliziotto ? Si torna indietro di 60 anni mentre il primo presidente nero degli Stati Uniti, Obama, fa una dichiarazione discutibile: "Punirli, ma chiedersi perché giovani neri commettono crimini" come se fossero solo loro a commettere crimini. Veniamo poi al nostro paese dove ormai non passa giorno nel quale un uomo non uccida una donna o un bambino in preda a quelli che vengono chiamati raptus improvvisi che si manifestano con violenze inaudite. Difficile dare una spiegazione, ammesso che una spiegazione la si possa trovare, a questi episodi che rimangono comunque un segno preoccupante del momento che stiamo vivendo. Una serie di eventi che non lasciano ben sperare per il futuro dell'umanità e che metteono in secondo piano anche i pochi episodi positivi che potrebbero far ben sperare.

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