venerdì 21 febbraio 2014

Il rottamatore rigenera l'usato






Il quadro che esce dalle consultazioni del rottamatore di Firenze è solo una conferma di quanto già si sapeva del sindaco di Firenze: il suo amore per il condannato al quale non ha solo dato una mano per rientrare a pieno titolo nella scena politica, ma lo ha anche trasformato nel vero vincitore, se si può parlare in questi termini, della due giorni renziana. Certo niente di nuovo per un partito come il Pd. Il partito democratico in questi anni è stato il maggior alleato del successo berlusconiano, buttando al vento ogni occasione che gli si è presentata per sconfiggere politicamente un pregiudicato, accontentandosi di metterlo alla porta del Senato per altro per una legge votata anche dal condannato stesso. Forse pentito di questa mossa "azzardata" il Pd, dopo essere stato tutto compatto vicino a Letta, si è subito schierato vicino a Renzi quando il sindaco ha deciso di regolare i conti con Letta e far risorgere il pregiudicato di Arcore. Un partito, quello democratico, che una volta di più si è mostrato senza anima e senza spina dorsale, incapace di dettare un propria linea programmatica e di sviluppo per il paese. Le consultazioni sono risultate in una farsa tragicomica nella quale alle fine, spiace dirlo, solo Forza Italia ha detto qualcosa di credibile. "Opposizione responsabile" come dire, grazie per aver fatto tornare il leader condannato dentro le stanze dei bottoni, e per questo te ne saremo grati. Poi si è visto Alfano che fa finta di dettare condizioni, ma in realtà non si sogna nemmeno di abbandonare il governo perchè sa che sarebbe la sua fine a meno di non tornare fra le braccia del caimano che lo stritolerebbe. Scelta Civica che è soddisfatta per l'intenzione di Renzi di rispettare i parametri economici dell'europa, come se fosse una novità rivoluzionaria. Sel messa in un angolo dallo stesso Pd perchè per fare un governo basta il servo del condannato. Ma la sceneggiata finale è andata in onda con Grillo ed il M5S. A proposito ... i vertici del Movimento, Grillo e Casaleggio, non intendevano andare alle consultazioni, la base invece ha detto di andare ... alla fine che differenza c'è fra M5S e Pd ? La base pensa una cosa, i vertici un'altra ed alla fine si comportano a modo loro. Grillo è andato si alle consultazioni ma non per dire o proporre qualcosa di concreto, bensì per mettere in scena il suo solito show. Con Bersani la Lombardi dichiarò che sembrava di stare a Ballarò, con Renzi il grillo parlante pensava di essere a blaterare dentro il suo blog. Alla fine la sceneggiata si è degnamente conclusa: Renzi ha detto che Grillo non lo ha fatto parlare, Grillo ha detto che non ha fatto parlare Renzi, e intanto il condannato gongola e se la ride. Tutto torna a suo favore, chissà magari si astierrà anche al voto di fiducia in parlamento. Alla fine insomma il rottamatore ha finito per rottamare solo quelli del suo partito e se il buongiorno si vede dal mattino c'è il rischio che si autorottamerà dopo aver rigenerato un usato ormai scaduto.

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