lunedì 29 aprile 2013

Se ti ammazzi me ne frego ... ma se mi spari ti crocifiggo

Ci sono un paio di cose che non mi tornano in merito alla rezione di tutta la politica ma anche di molti "esperti" dei social network su quanto accaduto sabato davanti a Palazzo Chigi quando un disperato ha sparato su due carabinieri ferendo i due militari ed una passante. Precisato che la violenza è da condannare sempre soprattutto quando l'oggetto della violenza non è la causa che l'ha scatenata, chi ha il diritto fra le forze politiche presenti in parlamento, nessuna esclusa si badi bene, a tirarsi fuori ed a condannare il gesto del presunto folle ? A mio avviso nessuno in quanto responsabili della situazione e della tensione sociale già alta nel nostro paese ma che andrà purtroppo aumentando. Soprattutto poi se si estende il concetto di violenza che non è solo quella che si estrinseca con gesti contro la persona. Sono anni ormai che la politica italiana, grazie soprattutto a Berlsuconi prima ed a Grillo in tempi più recenti, fa della violenza il proprio manifesto politico. Mettendo da parte i propri modelli sociali, le proprie idee e le proprie ideologie lo scontro è diventato tutto fisico anche se solo a livello verbale. Dissacrazione dell'avversario politico, offesa becera dell'avversario politico, denigrazione di bassa lega dell'aversario politico, questi sono i canoni introdotti prima dal cavaliere di Arcore, seguito a ruota dalla pseudo-sinistra (quella confluita nel carrozzone del Pd), fino ad arrivare a Grillo che ha superato tutti in questa gara a chi le spara più grosse, le offese. Questa strategia ha dato origine ad un clima di odio diffuso che non si era mai registrato nel nostro paese nemmeno durante gli anni del '68 quando lo scontro fisico fra movimenti extraparlamentari ed il sistema era cruento e violento, ma quella rabbia non era certo scatenata dal confronto e dibattito politico. Oggi invece la politica costituisce un esempio eclatante di pura violenza e l'avvento della crisi economica, che la politica non ha saputo gestire e governare portando sul lastrico imprenditori e lavoratori, ha costituito un terreno fertile per l'attecchimmento della violenza stessa. Fino ad ora i gesti più cruenti sono stati rivolti da persone disperate contro se stesse con un numero di suicidi impressionante sia da parte di imprenditori che di lavoratori dipendenti ed in questi casi naturalmente nessun politico ha gridato allo scandalo condannando gesti che hanno poco di diverso rispetto a quello commesso sabato: in entrambi i casi gli obiettivi non sono quello giusti perchè non diretto verso i responsabili della situazione che si è venuta a creare. I responsabili sono i politici tutti, che proprio sabato hanno compiuto l'ultimo atto per uccidere la democrazia bruciando e calpestando almeno i voti di due terzi degli italiani. Oggi il parlamento metterà in atto un atto di violenza inaudita per una democrazia, bruciare la fiducia del popolo che, avendo fiducia nella demcorazia appunto, il 24 e il 25 febbraio si è recato a votare. E questo atto di violenza è a carico di tutti anche di chi, come i grillini, che con molta presunzione, tracotanza ed arroganza pensano di tirarsi fuori, o meglio più che loro, che non hanno capacità di parlare in maniera autonoma, il loro santone Grillo. Ecco il gesto di sabato è un gesto eclatante contro il quale tutti si scagliano, ma i responsabili sono altri e siedono nel parlamento italiano.


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