venerdì 19 aprile 2013

Elezioni Presidente della Repubblica: la politica più becera va in scena



Nemmeno nella così detta prima Repubblica si era mai assistito ad un teatrino così squallido per l'elezione della più alta carica della Stato. Intanto chiariamo una cosa: oggi come oggi non esiste nessuna personalità del mondo della politica che abbia il carisma sia a livello nazionale che internazionale da ricoprire una simile carica soprattutto in un momento così delicato e grave della storia della repubblica italiana. Tanto è vero che si sono cercati eventuali candidati anche al di fuori del mondo della politica ma le persone interessate hanno molto intelligentemente declinato l'invito: l'incarico di Presidente della Repubblica è troppo delicato e serio per essere affidato a persone anche se si tratta comunque di eccellenze ma in altri ambiti della vita sociale del paese. La politica invece, oltre a non essere in grado di presentare una figura di alto spessore, sta giocando con questa elezione utilizzando il momento per trattative sporche o meno sporche sul futuro del paese. Tutti nessuno escluso, vecchi politicanti e nuovi che subito si sono ben adattati a questi giochetti da repubblica anno zero. Il punto è che si sta scegliendo il capo della stato non sulla base del profilo della personalità alla quale si intende assegnare questo incarico quanto piuttosto sulla base di accordi politici sotto banco per il prosieguo della legislatura appena iniziata.  
Il balletto l'ha iniziato Grillo che indice prima votazioni libere per designare i candidati, votazioni che non avendo ricevuto il consenso del capo sono state ripetute. I 10 nomi usciti sono poi stati sottoposti ad un ulteriore votazione, inutile in quanto i due candidati più votati (secondo il responso del guru Casaleggio ma senza dare il numero dei voti) erano personaggi che non avevano la minima intenzione di correre per il Quirinale. Quindi i grillini sono dovuti ricorrere alla loro terza scelta, il Prof. Rodotà appunto, che ora vogliono far passare come il candidato espresso dalla base senza tenere conto inoltre che dei loro circa 8.000.000 e passa di elettori solo allo 0,6% è stato consentito di votare. I grillini ora dichiarano che voteranno compatti il candidato espresso dalla base, falso, e addirittura, dopo aver continuamente rifiutato la collaborazione con Bersani per formare il governo, propongono al Pd di eleggere Rodotà per poi andare a formare un governo. Insomma un palese voto di scambio come nella peggiore tradizione della prima repubblica. A ruota dei grillini è arrivato Bersani che è sceso a patti con il nemico di sempre, Berlusconi, per eleggere una personalità di gradimento al politico più inquisito del pianeta senza rendersi conto del grosso rischio di portare al quirinale un simile personaggio. Sarebbe stato come consegnare la giustizia e la magistratura in mano a Berlusconi stesso con le consequenze che tutti possono immaginare. Una mossa azzardata che probabilmente, quando questa vicenda sarà terminata, porterà alla fine definitiva del Partito Democratico. Bersani ora ha ripiegato su Prodi e poi forse su D'Alema in un valzer di candidati che conferma per l'ennesima volta, se ancora ce ne fosse bisogno, l'eterna incapacità di questo carrozzone che e' il partito democratico di avere una condotta unica ed un progetto politico reale. In fine il Pdl, che probabilmente e per il momento e' il meno ridicolo di tutti. E' vero che oggi addirittura non si sono presentati alla quarta votazione dimostrando un senso delle istituzioni nullo, ma questa non e' una novita' per un partito che ha fatto degli affronti alla costituzione soprattutto in materia di giustizia, una propria ragione di vita. Insomma nel momento forse piu' importante della vita istituzionale della nostra democrazia, va in onda la peggior politica alla quale nessuno si sottrare.

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