martedì 9 aprile 2013

L'Italia alla rovescia ... il popolo è stremato dalla politica e la politica protesta contro se stessa

Ormai in questo paese da tempo va tutto alla rovescia. Una volta erano i lavoratori, gli operai, a scendere in piazza per far valere i loro diritti, per difendere la proprie rivendicazioni, per lottare contro lo sfruttamento, contro i padroni al fine di raggiungere condizioni di vita più soddisfacenti sia dal punto di vista sociale che economico-finanziario. La contro parte erano i padroni, gli imprenditori, i datori di lavoro e in generale la politica e lo stato. L'Italia, nonostante i governi cosi' detti di centro sinistra delle prima repubblica, non ha mai visto la vera sinistra al potere, non ha mai visto governi schierati dalla parte dei più deboli e dei ceti più disagiati. Se si pensa che Craxi ed un suo governo fu quello che dette una prima spallata ai lavoratori dipendenti ed alla difesa del loro salario cancellando, con la complicità dei sindacati confederali, la contingenza si può capire come una maggioranza che si ispirasse davvero ai principi della sinistra non è mai esistita in questo paese. Quindi le lotte sindacali sono sempre state il fulcro delle rivendicazioni dei lavoratori attraverso l'unico strumento in loro possesso: lo sciopero. L'ascesa della destra a incarichi di governo negli ultimi 20 anni, grazie a Berlusconi ed alla Lega, hanno acuito questa contrapposizione fra stato e lavoratori cancellando progressivamente i diritti più elementari conquistati con anni di lotta fino alla famosa cancellazione dell'art.18. E così in questi anni nei quali le lotte avrebbero dovuto intensificarsi in realtà sono andate progressivamente scomparendo per vari motivi: l'impoverimento graduale per cui una giornata di sciopero è diventata un costo non sopportabile, la trasformazione del sindacato più in un centro di potere che in una organizzazione a difesa dei lavoratori e via dicendo. Ma oggi siamo arrivati ad una situazione assurda. Mentre la crisi colpisce primariamente i lavoratori dipendenti ed i pensionati, mentre la politica ha dimostrato e sta dimostrando la propria incapacità a fronteggiare la stessa crisi e si accanisce proprie con le fasce più deboli che ne stanno sopportando il peso e pagando le consequenze, a scendere in piazza ed a protestare non è il popolo ma la politica stessa. Incredibile e assurdo, la politica protesta contro se stessa. Il primo ad inaugurare questa fiera delle assurdità è proprio il principale responsabile delle condizioni disastrose del paese e cioè Berlusconi ed il Pdl. Il motivo principale, che si tenta a fatica di mascherare, è sempre lo stesso: la difesa incondizionata dell'uomo politico più inquisito del pianeta. Sabato 13 scenderà in piazza anche il Pd contro la povertà, quella povertà che il Pd stesso ha contribuito ad alimentare accettando e approvando la riforma delle pensioni della Fornero, che ha lasciato in mezzo alla strada qualche centianio di migliaia di persone, e la riforma del lavoro sempre a cura della ministra più disastrosa della storia della repubblica. Una riforma del lavoro che oltre a cancellare il famoso art. 18 ha incentivato precariato e disoccupazione. Ma in questa farsa della protesta si getta anche l'ultimo arrivato il movimento dei grillini che per protesta, sempre contro se stessi, oggi si rinchiuderanno nel parlamento fino a mezzanotte a leggere costituzione e regolamenti. Bene almeno studieranno la costituzione e capiranno che con la loro testardaggine a non voler appoggiare nessun governo hanno bloccato il parlamento perchè le commissioni parlamentari senza conoscere maggioranza ed opposizione non possono essere costituite. Ma che si può pretendere da questa manica di telecomandati che sono stati mandati in parlamento da un  "ignorante" delle istituzioni e del funzionamento del nostro stato democratico. Ecco praticamento tutto il parlamento, ad eccezione del gruppo di Monti, si esercita in proteste contro se stesso. L'Italia alla rovescia.

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