Spesso ci vengono date notizie relative a nuove parole che entrano nel vocabolario della lingua italiana grazie all'uso che se ne fa nel linguaggio comune, ma quasi mai siammo aggiornati su parole che escono dall'uso comune e quindi spariscono dal vocabolario in quanto ormai nessuno ne conosce più il significato.
Quando ero un ragazzino quattordicenne spesso andavo allo stadio accompagnato da mio padre a vedere le partite del Pisa, la squadra della mia città natale. Memorabili erano gli scontri con i rivali di sempre: il Livorno. Pisani e Livornesi nascono con un gene nel loro Dna, quello "dell'odio" verso i vicini cugini. Un sana rivalità da sempre che a quei tempi trovava il suo naturale sfogo nelle partite in cui Pisa e Livorno si affrontavano. Ma era uno sfogo sano e corretto. Ognuna delle due tifoserie incitava la propria squadra senza preoccuparsi degli avversari, ai quali al più veniva riservato solo qualche fischio in occasione delle azioni più fallose, ma alla fine tutto si risolveva in qualche sfottò e al limite in qualche sana scazzottata. Di certo non si vedevano coltelli, catene, fumogeni e nemmeno si ascoltavano cori offensivi verso gli avversari, si pensava solo ad incoraggiare la propria squadra. Anche in politica la situazione era analoga. Innazitutto i politici comparivano raramente in televisione, non esistevano i talk show di approfondimento, ma solo le famose tribune elettorali nelle quali il conduttore gestiva la trasmissione. I giornalisti facevano le domande, i politici rispondevano ma ognuno parlava esclusivamente del proprio modo di vedere un problema, di come affrontarlo, di come risolverlo seguendo i propri ideali ed i propri principi. In parole povera si seguiva una certa "etica", una parola che sarà sicuramente sconosciuta ai giovani di oggi per lo meno a quelli nati dopo gli anni 80.
"L'etica può essere definita come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri".
Poi sono arrivati gli anni 80 e 90. I primi hanno visto la caduta nell'etica in campo sportivo e soprattutto calcistico. La prima trasmissione calpestare l'etica è stato il famigerato "Processo del Lunedì di Biscardi che a partire dal 1983 ha fomentato l'odio calcistico e non solo fra Juventus e Roma e le relative città. La tradizionale pacatezza della Domenica Sportiva è d'incanto sparita in una trasmissione basata sulla litigata, sull'offesa reciproca, sul disprezzo dell'avversario. Uno spregevole costume che si è trasferito in poco tempo dallo studio televisivo della trasmissione, agli stadi che a partire da quegli anni sono diventati delle vere e proprie palestre di violenza gratuita sobillata dai giornalisti televisivi e della carta stampata. Oltre 10 anni dopo anche la politica è stata vittima di questa caduta di stile a causa dell'ingresso in politica di Silvio Berlusconi. La sua prima campagna politica è stata subito improntata all'offesa ed alla denigrazione dell'avversario politico ed in particolar modo della sinistra italiana. Un concetto per lui molto ampio in quanto qualsiasi suo oppositore è stato subito definito comunista. Questa sua intollerenza è andata sempre più acuendosi fino ad arrivare allo spettacolo vergognoso di queste ultime settimane in cui si stanno svolgendo delle elezioni amministrative. Nonostante un primo turno disastroso per Berlusconi ed i suoi, la musica non è cambiata ed anzi gli interpreti non sono solo il Presidente del Consiglio ed i suoi parlamentari ma anche i vari candidati sindaco. Purtroppo il virus della violenza verbale, dell'offesa, della denigrazione ha colpito anche le opposizioni ed oggi, in questo ultimo scorcio di campagna elettorale per il secondo turno, tutti i candidati di una parte e dell'altra fanno parlano di tutto fuorchè dei loro programmi e di come intendono amministrare le città in cui si vota. Ognuno è impegnato nell'offesa dell'altro. Per non parlare poi delle trasmissioni televisive che sono ormai diventate delle vere e proprie arene dove i contendenti non si confrontano ma bensi' si affrontano con lance in resta. E' questo anche il motivo della grande crescita di un partito che purtroppo non può partecipare al governo nè locale nè centrale: il partito dell'astensionismo che è diventato il maggiore partito in Italia.
In questi giorni insomma si celebra definitivamente il funerale della parola etica, una parola sconosciuta ai più che rischia l'estinsione definitva qualora Pdl e Lega riuscissero a recuperare ciò che hanno perso nel primo turno delle elezioni amministrative.
Quando ero un ragazzino quattordicenne spesso andavo allo stadio accompagnato da mio padre a vedere le partite del Pisa, la squadra della mia città natale. Memorabili erano gli scontri con i rivali di sempre: il Livorno. Pisani e Livornesi nascono con un gene nel loro Dna, quello "dell'odio" verso i vicini cugini. Un sana rivalità da sempre che a quei tempi trovava il suo naturale sfogo nelle partite in cui Pisa e Livorno si affrontavano. Ma era uno sfogo sano e corretto. Ognuna delle due tifoserie incitava la propria squadra senza preoccuparsi degli avversari, ai quali al più veniva riservato solo qualche fischio in occasione delle azioni più fallose, ma alla fine tutto si risolveva in qualche sfottò e al limite in qualche sana scazzottata. Di certo non si vedevano coltelli, catene, fumogeni e nemmeno si ascoltavano cori offensivi verso gli avversari, si pensava solo ad incoraggiare la propria squadra. Anche in politica la situazione era analoga. Innazitutto i politici comparivano raramente in televisione, non esistevano i talk show di approfondimento, ma solo le famose tribune elettorali nelle quali il conduttore gestiva la trasmissione. I giornalisti facevano le domande, i politici rispondevano ma ognuno parlava esclusivamente del proprio modo di vedere un problema, di come affrontarlo, di come risolverlo seguendo i propri ideali ed i propri principi. In parole povera si seguiva una certa "etica", una parola che sarà sicuramente sconosciuta ai giovani di oggi per lo meno a quelli nati dopo gli anni 80.
"L'etica può essere definita come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri".
Poi sono arrivati gli anni 80 e 90. I primi hanno visto la caduta nell'etica in campo sportivo e soprattutto calcistico. La prima trasmissione calpestare l'etica è stato il famigerato "Processo del Lunedì di Biscardi che a partire dal 1983 ha fomentato l'odio calcistico e non solo fra Juventus e Roma e le relative città. La tradizionale pacatezza della Domenica Sportiva è d'incanto sparita in una trasmissione basata sulla litigata, sull'offesa reciproca, sul disprezzo dell'avversario. Uno spregevole costume che si è trasferito in poco tempo dallo studio televisivo della trasmissione, agli stadi che a partire da quegli anni sono diventati delle vere e proprie palestre di violenza gratuita sobillata dai giornalisti televisivi e della carta stampata. Oltre 10 anni dopo anche la politica è stata vittima di questa caduta di stile a causa dell'ingresso in politica di Silvio Berlusconi. La sua prima campagna politica è stata subito improntata all'offesa ed alla denigrazione dell'avversario politico ed in particolar modo della sinistra italiana. Un concetto per lui molto ampio in quanto qualsiasi suo oppositore è stato subito definito comunista. Questa sua intollerenza è andata sempre più acuendosi fino ad arrivare allo spettacolo vergognoso di queste ultime settimane in cui si stanno svolgendo delle elezioni amministrative. Nonostante un primo turno disastroso per Berlusconi ed i suoi, la musica non è cambiata ed anzi gli interpreti non sono solo il Presidente del Consiglio ed i suoi parlamentari ma anche i vari candidati sindaco. Purtroppo il virus della violenza verbale, dell'offesa, della denigrazione ha colpito anche le opposizioni ed oggi, in questo ultimo scorcio di campagna elettorale per il secondo turno, tutti i candidati di una parte e dell'altra fanno parlano di tutto fuorchè dei loro programmi e di come intendono amministrare le città in cui si vota. Ognuno è impegnato nell'offesa dell'altro. Per non parlare poi delle trasmissioni televisive che sono ormai diventate delle vere e proprie arene dove i contendenti non si confrontano ma bensi' si affrontano con lance in resta. E' questo anche il motivo della grande crescita di un partito che purtroppo non può partecipare al governo nè locale nè centrale: il partito dell'astensionismo che è diventato il maggiore partito in Italia.
In questi giorni insomma si celebra definitivamente il funerale della parola etica, una parola sconosciuta ai più che rischia l'estinsione definitva qualora Pdl e Lega riuscissero a recuperare ciò che hanno perso nel primo turno delle elezioni amministrative.
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