Che Giorgio Napolitano sia insofferente a Berlusconi ed al suo modo di governare è incontestabile, ma questa volta la sua insofferenza lo ha fatto uscire dal seminato. Deve essere una grande fatica per un Presidente della Repubblica che proviene dalla sinistra storica, dal Partito Comunista Italiano, mettere la propria firma sotto i provvedimenti proposti da questo governo. L'ultimo atto in ordine di tempo è stata la nomina dei nuovi 8 sottosegretari ai quali Berlusconi ha concesso responsabilità di governo in cambio del loro voto del 14 dicembre che ha consentito alla maggioranza di rimanere in piedi. Napolitano non aveva modo di bloccare queste nomine e ha dovuto firmare, poi ha esternato la sua disapprovazione in una nota che afferma la necessità di un passaggio alle camere per l'approvazione delle stesse nomine. Una nota priva di senso in quanto la nomina dei sottosegretari non deve essere avvallata dal parlamento e sta nelle prerogative del presidente del consiglio effettuare nomine di questo tipo. Piuttosto il richiamo del Presidente della Repubblica mette in evidenza la contraddizione tutt'ora esistente fra l'attuale legge elettorale e la nostra costituzione. Nel nostro ordinamento è previsto che il Presidente del Consiglio sia nominato dal Presidente della Repubblica e che il governo debba avere la fiducia del parlamento per poeter operare, non esiste nessuna investitura popolare. Con l'attuale legge elettorale di fatto gli elettori scelgono la coalizione che avrà la maggioranza in parlamento, grazie proprio all'assurdo premio di maggioranza, e che poi quindi avrà i numeri per governare. Ora secondo la Costituzione qualsiasi formazione di governo che ottenga la fiducia in parlamento può governare il paese, secondo la legge elettorale, considerato che gli elettori hanno votato una determinata coalizione, qualora questa si sciogliesse sarebbe necessario tornare alle urne. Sta tutta qui la contraddizione di ciò che è avventuo in questi mesi nel nostro paese. Berlusconi ed i suoi compagni di merende che sbraitano contro la volontà popolare, che invesicono contro i ribaltoni, hanno di fatto calpestato questa volontà e messo in atto un ribaltone non da poco. La maggioranza votata nel 2008 di fatto non esiste più dopo l'uscita del gruppo di Fini dal Pdl, ma non esiste più nemmeno il gruppo dei partiti che facevano parte dell'opposizione dopo lo smebramento del Pd e soprattutto dopo la formazione del gruppo dei responsabili, un'accozzaglia di parlamentari che dall'opposizione è passata addirittura ad appoggiare il governo fino a farne parte con le nuove nomine di questi giorni. Insomma la volontà popolare è stata completamente calpestata ed è stato messo in atto un vero e proprio ribaltone, ma il tutto sempre nel rispetto della Costituzione che non impedisce manovre di questo genere. Ecco il motivo forse dell'esternazione di Giorgio Napolitano, ma una esternazione che cadra' nel vuoto soprattutto anche per l'incapacita' della sinistra di mettere in evidenza queste contraddizioni con forza e non sussurrandole e basta.
sabato 7 maggio 2011
Duello continuo fra le istituzioni ... ma vince l'Indagato del Consiglio
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