mercoledì 7 dicembre 2011

L'equità sociale secondo Mario Monti



Pur non essendo un politico Mario Monti ha imparato molto presto ha comportarsi come tale, una settimana o poco più, e soprattutto ha imparato dal suo predecessore, il superinquisito del consiglio: dire una cosa e farne esattamente un'altra. Certo nessuno si aspettava che combinasse chissà che cosa, ma il suo discorso di insediamento a Camera e Senato con quel termine ripetuto più volte, equità sociale, aveva fatto ben sperare. Poi si sa i provvedimenti del governo devono comunque passare sotto la mannaia del parlamento e lì Berlusconi la fa da padrone con l'aggravante in questa situazione della complicità del Pd. In tanti si erano illusi, sentendo pronunciare quel termine, che magari questa volta qualcosa potesse cambiare, ma dopo una breve illusione la mazzata è arrivata puntuale, precisa e con la solita strategia: dove colgo colgo ed è moglio cogliere sul sicuro. Alla tassa generalizzata relativa all'accise sui carburanti che colpisce tutti indistintamente ma che naturalmente, come ogni tassa generalizzata, ha effetti più gravi sui ceti medio bassi, se ne sono aggiunte altre con il chiaro intento di non colpire i redditi alti. Il tanto temuto aumento dell'Irpef per i redditi superiori ai 75000 euro alla fine è stato accantonato e sostituito con una reintroduzione dell'ICI maggiorata grazie ai prossim,i redditi catastali. Cosi' non ci ritroveremo a pagare di nuovo la tanto odiata tassa sulla prima casa, ma ce la ritroveremo notevolmente aumentata. Angelino Alfano ha esultato alla notizia che l'Irpef non sarebbe stata toccata dichiarando che sarebbe stato ingiusto far pagare altre tasse a chi già le paga, già come se tutti coloro che si sono sudati la prima casa lo avessero fatto grazie all'evasione fiscale. A questa iniquità se ne è aggiunta un'altra altrettanto grave che riguarda il blocco dell'adeguamento al costo della vita delle pensione sopra i 1000 euro. Un provvedimento che si sarebbe potuto evitare semplicemente tagliando quelle pensioni fuori da ogni logica, quelle, per capirci, del tipo che percepisce Giuliano Amato 35000 euro al mese circa. Quello sarebbe stato un provvedimento equo. Per non parlare poi dell'unico vero provvedimento di equità sociale che il governo avrebbe potuto prendere: la patrimoniale. In un momento grave come questo nel quale poi pensioni, lavoratori dipendenti sono già stati colpiti duramente dalle manovre di luglio e agosto, la patrimoniale avrebbe costituito un provvedimento di redistribuzione di sacrifici equo. Ed ora che cosa ci aspetta ? Un periodo di recessione nel quale solo quel 10% della popolazione che detiene oltre la metà della ricchezza del paese avrà modo di sbarcare il lunario senza troppi sacrifici, mentre il resto del paese dovrà tirare la cinghia oltre ogni misura nella speranza che non si rompa. Insomma sarà un governo di tecnici, ma i provvedimenti sono in linea con la politica di chi ha governato questo paese da sempre: colpire sul sicuro per reperire soldi senza procedere ad una vera e seria razionalizzazione della spesa pubblica. Era questo che ci si aspettava da un esecutivo tecnico, perchè l'aumento della benzina, il blocco delle pensioni, l'aumento delle tasse è ciò che da sempre hanno fatto i governi in oltre 60 anni di storia repubblicana, ci si sarebbe aspettati molto di più da un economista e da un governo di professori. Monti non ha saputo nemmeno smarcarsi dalle briglie della televisione ed anche lui si è presentato alla corte di Vespa, il secondo parlamento dello stato italiano, forse è stato più irriverente del suo predecessore Berlusconi quando ha detto che lui era in qualle trasmissione non per fare un favore al conduttore, ma tant'è anche lui ha ceduto alle pressioni del boss della tv italiana.



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