giovedì 10 novembre 2011

La politica dell'ipocrisia

Sembra davvero che la politica italiana non trovi mai il fondo ed ogni volta che si pensa di averlo toccato, accade sempre qualche avvenimento che provoca un abbassamento ulteriore del baratro verso cui rotolare. Lo spettacolo di questi due giorni, dopo le annunciate dimissioni di Silvio Berlusconi, dimissioni da venire, e il probabile incarico che verrà dato a Mario Monti, è veramente ridicolo e comico se non fosse che l'Italia è sull'orlo di quel baratro aperto ormai da diversi anni. L'ipocrisia, la superbia e la inadeguatezza regna sovrana fra i partiti italiani, nessuno escluso. La politica ed i partiti hanno consentito che si arrivasse a questo punto ad un passo cioè dal disastro economico finanziario e dal fallimento dello Stato ed oggi il Presidente della Repubblica, constatata l'incapacità della politica italiana di contrastare la crisi, si appresta a dare l'incarico di governo ad un uomo al di fuori della politica come Mario Monti. Le reazioni a questa decisione sono davvero sconcertanti. In prima fila in questo teatrino dell'assurdo c'è la Lega a dimostrazione di come questa formazione politica sia del tutto inadeguata a sedere in un parlamento di un paese democratico. La Lega, con il suo appoggio incondizionato a Silvio Berlusconi, è il partito che ha maggiore responsabilità per il discredito di cui gode oggi l'Italia nel panorama internazionale. La tesi della Lega è che il paese non può essere governato da un uomo e da un governo che non sia stato eletto dagli italiani, giudicando questa scelta un vero e proprio ribaltone. Un ragionamento che potrebbe anche stare in piedi se il governo in questo ultimo anno non sia rimasto in piedi proprio grazie ad un ribaltone all'interno del parlamento dove, dopo l'abbandono di Fini, la maggioranza ha potuto conservare i propri numeri grazie al travaso di parlamentari dall'opposizione verso il centro destra. Purtroppo anche in momenti come questi un partito non fa scelte in base alla propria linea politica (ammesso che oggi esistano partiti che seguono un linea politica) ma piuttosto sulla base di opportunità: per Bossi andare all'opposizione di un eventuale governo Monti sarebbe un modo per ritrovare quei consensi persi in tre anni di appoggio al superinquisito del consiglio. Al secondo posto del festival dell'ipocrisia metterei l'Idv che dopo aver lottato strenuamente per la caduta di Berlusconi oggi vorrebbe andare subito alle elezioni ma per ragioni diverse rispetto a quelle della Lega: Di Pietro sa di essere in un momento favorevole e quindi potrebbe trarre vantaggio da eventuali elezioni anticipate. In questa scelta Di Pietro dimentica la propria avversione, manifestata fino ad oggi, alla attuale legge elettorale, una legge con la quale difficilmente si otterrebbe una maggioranza netta al Senato oltre a costituire una legge fortemente antidemocratica. Andare alle elezioni con il sistema elettorale attuale sarebbe un vero e proprio suicidio per il paese ed allo stesso tempo costituirebbe un perseverare in quell'errore che ha consentito nell'attuale parlamento allegri travasi di parlamentari da uno schieramento all'altro. Il terzo posto è da assegnare senza ombra di dubbio al Pdl, il maggiore responsabile insieme alla Lega, dello sfacello attuale che, senza nessun ritegno, per una parte invoca elezioni subito in nome di quella sovranità popolare che Berlusconi e soci hanno calpestato durante tutta la legislatura mentre per un'altra parte sarebbe favorevole al governo Monti con la convinzione di poterne condizionare le scelte per evitare provvedimenti come la patrimoniale che andrebbero a colpire Berlusconi ed i propri amici. Il resto del panorama parlamentare che comprende Pd e Terzo polo è fondamentalmente favorevole al governo Monti ma pretenderebbe di condizionare la formazione del governo suggerendo al futuro capo del governo ministri e sottosegretari. In questa speciale classifica dell'ipocrisia politica non lascerei fuori nemmeno tutte quelle formazioni della sinistra radicale che non sono presenti in parlamento, da SEL a PRC a PDCI a FDS a PCL etc etc, che nemmeno in questa situazione drammatica riescono a superare le divisioni infantili che hanno portato ad una frammentazione senza logica ed alla esclusione dal quadro parlamentare. Si stanno sgomitando fra loro per accaparrarsi una poltrona alle prossime elezioni senza rendersi conto che dare vita ad una formazione unica di tutti i comunisti potrebbe tentare di raccogliere consensi anche in quella terra di nessuno costituita dall'astensionismo e che oggi rappresenta il vero partito di maggioranza relativa nel paese. In sostanza la politica italiana ha portato il paese ad un bivio nel quale ognuna delle due strade percorribili costituiscono un rischio non indifferente di portare davvero al tracollo ed al fallimento. Le elezioni sono rischiose sia per la legge elettorale con la quale il paese dovrebbe andare al voto, sia per il periodo di inattività che si andrebbe ad aggiungere ai tre anni di inattività de governo. Il governo tecnico metterebbe a rischio ancora maggiore la già precaria situazione economica e lavorativa delle famiglie italiane oltre a dare vita ad un periodo nel quale non vi sarebbe nemmeno contrapposizione sociale in quanto verrebbe a mancare la controparte verso la quale indirizzare la protesta. Chi dobbiamo ringraziare di questa situazione ? Non la BCE o l'Europa contro le quali in tanti si scagliano ... ma bensì i nostri governanti ed i politici tutti che non sono stati in grado di affrontare la crisi e controbatterla.

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