lunedì 5 dicembre 2011

Berlusconi il preparatore, Bersani l'oliatore, Monti il somministratore.



Alla fine è arrivata. La mega supposta, che Monti ha chiamato la manovra salva-Italia, è arrivata e non di lunedì come ogni dieta e sacrificio che si rispetti, ma bensì di domenica: se sacrifici hanno da essere che lo siano da subito. Nemmeno l'ultimo weekend in pace è stato concesso agli italiani che da domattina si sveglieranno alleggeriti e non di poco. Berlusconi aveva preparato la supposta ma poi non era stato in grado di somministrarla, Bersani ha provata ad oliarla bene facendo uso di ingenti quantità di vasellina incensando il governo Monti, ed Robocob Monti ha avuto il compito di infilarla là dove finiscono tutte le supposte che si rispettino: nel deretano già ormai ben allargato del certo medio basso italiano. Per qualche settimana il paese e soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati si erano illusi, Monti infatti nel suo discorso programmatico aveva parlato di sacrifici si ma distribuiti in maniera equa. Finalmente, qualcuno aveva già pensato, ora il bravo economista proverà a sderenare anche il didietro vergine e candido di qualche bel riccone. Le voci che si sono susseguite in questi giorni non lasciavano intravedere nessun buon presagio, ma quella magica parola pronunciata dal neo presidente del consiglio, manovra equa, rimbombava nelle orecchie di tutti i cittadini. Oggi il termine equità è svanito come una bolla di sapone che scoppia una volta libera di svolazzare. Ecco i provvedimenti "equi" tanto attesi. In pensione non si andrà più se non a 42 e 43 anni e a 62 e 66 anni di età. Blocco della rivalutazione della pensione a causa dell'aumento del costo della vita fino al 2014, provvedimento che corrisponde in termini reali ad una diminuzione delle pensioni se va bene mediamente del 3-4% annuo. Ritorno dell'Ici sulla prima casa e rivalutazione delle rendite catastali per cui la casa sarà veramente tartassata, ma quello che più fa specie è che colpirà tutti indistintamente. In compenso è sparito l'aumento dell'Irpef per quelle aliquote che superavano il 42%, provvedimento accantonato per non irritare gli italiani che hanno un reddito superiore ai 75.000, già mentre se i pensionati che prendono 1.000 euro e vedono diminuito il loro assegno mensile, si irritano, chi se ne frega. All'annuncio di questo provvedimento il ministro del welfare, una donna, ha versato anche lacrime di coccodrillo, una vera presa in giro per tutti i pensionati. Nemmeno i ministri del governo Berlusconi erano mai arrivati a tanto. Naturalmente non c'è traccia dell'unico provvedimento veramente equo che si sarebbe potuto prendere: la patrimoniale, ed il ceto medio alto stappa bottiglie di champagne. Si dovrà pagare un piccolo balzello chi possiede una barca, ma anche in questo caso saranno i poveracci a pagare. La tassa infatti sarà sul diritto di rimessaggio in porto e non sull'imbarcazione in quanto tale, in questo modo coloro che hanno una piccola barchetta si troveranno a pagare l'ennesimo balzello, mentre chi possiede grandi natanti potrà permettersi di ormeggiare in qualche porto corso o francese e risparmiare qualche migliaio di euro. Naturalmente anche la politica è stata toccata appena di striscio e il governo ha agito solo sui propri compensi ma per il resto niente di più. Il governo ora si prepara a chiedere la fiducia, sulla scia tracciata da Berlusconi, questo si che sarebbe un ennesimo attacco alla democrazia: privare cioè il parlamento della possibilità di intervenire e correggere. Forse la manovr salverà l'Italia, ma sicuramente affosserà gli italiani o almeno una gran parte di loro, quelli onesti.




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