mercoledì 24 novembre 2010

Tira tira la corda poi si rompe ...

Nemmeno nel '68 gli studenti avevano osato tanto: tentare di entrare a Palazzo Madama la sede del Senato. Un episodio che rappresenta una vera e propria cartina di tornasole del grave momento che sta attraversando il paese in piena crisi economica, politica, culturale, sociale e governato da una maggioranza, ormai allo sbando totale, che non ha saputo gestire nè la crisi economica che ha investito il nostro paese, nè tanto meno le varie emergenze come il terremoto in Abruzzo o la crisi dei rifiuti in campania. Tutto il centro destra si è trovato stretto in una morsa terribile: da una parte la Lega intenta nel suo progetto politico secessionista per dividere l'Italia in due, dall'altra l'Indagato del Consiglio impegnato nella strenua lotta contro la magistratura che cerca con ogni mezzo di condannarlo per le sue innumerevoli attività illecite. Questi due scellerati progetti sono stati l'asse portante della linea politica della maggioranza di centro destra che ha tentato di contenere la crisi economica soprattutto mettendo in atto tagli in quei settori della vita pubblica, cultura e istruzione, che dovrebbero costituire invece l'unica speranza di sviluppo per un paese come l'Italia. Questo tipo di politica e gli effetti della crisi sul mondo del lavoro hanno generato una serie impressionanti di tensioni sociali che sono sfociati in tante manifestazione di protesta anche abbastanza eclatanti. In ogni settore della vita sociale, culturale e imprenditoriale del paese ci sono malcontenti verso l'azione di governo. Gli imprenditori sono scontenti della politica economica del governo, il mondo della cultura e dello spettacolo sono in subbuglio per tagli indiscriminati che mettono a rischio qualsiasi manifestazione culturale, il mondo dell'istruzione di qualsiasi grado, dalla scuola materna all'Università, denuncia l'impossibilità di svolgere la propria funzione istituzionale, il mondo del lavoro mette in atto ogni giorno una manifestazione di protesta contro la politica del governo che non riesce a controllare la disoccupazione. A questo malcontento si aggiungono da qualche mese le lotte interne alla maggioranza e soprattutto all'interno del Popolo delle Libertà causate dalla gestione dittatoriale dell'Indagato del Consiglio, sfociate con la clamorosa espulsione dal partito del suo cofondatore Giangranco Fini. Lotte che hanno praticamente bloccato l'azione di governo dal mese di aprile in attesa che il governo stesso finalmente sia sfiduciato. Tutte queste tensioni sono ormai quasi arrivate al punto di non ritorno e si rischiano atti clamorosi come quello messo in atto dagli studenti oggi a Roma. La sensazione infatti è che Pdl e Lega, pur non essendo più in grado di governare il paese e non avendo più la maggioranza in parlamento, non si rassegnino ad ammettere il fallimento per consentire o la formazione di un governo che garantisca alcune riforme essenziali come la legge elettorale prima di andare alle elezioni o di andare direttamente al voto anticipato. Questa sarebbe la soluzione più logica e democratica ma sembra che nessuno, e primo fra tutti l'Indagato del Consiglio, abbia intenzione di mollare la presa con la giustificazione di essere stati eletti dai cittadini. Ecco allora che si corre il rischio di azioni di forza che costringano finalmente chi è incapace ormai di governare a lasciare il campo libero per nuove elezioni democratiche.

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