lunedì 15 novembre 2010

La buffonata delle primarie

Che il Partito Democratico fosse un grande bluff era chiaro fin dall'inizio della sua nascita ed ogni giorno se ne hanno dimostrazioni chiare, che solo i dirigenti di questa organizzazione politica ignorano continuamente. Oggi l'ennesima dimostrazione arriva da Milano alle primarie per indicare il candidato sindaco da opporre al candidato del centro destra. Il più grosso errore commesso da Veltroni, ma perpetrato dai suoi successori, Francheschini prima e Bersano poi, è stato quello di staccarsi dalla sinistra radicale imputando a questa ala estrema della sinistra italiana l'insuccesso del governo Prodi. Un errore che è costato al paese tre anni di governo Berlusconi, che ha portato il paese in una situazione disastrosa ed al Partito Democratico una serie infinita di sconfitte anche in una delle invenzioni più fantasiose e inutili dei dirigenti di questo partito: le primarie. Ispirato alla "presunta" democrazia americana (fa specie per un uomo di sinistra vedere un partito che si reputa di sinistra fare riferimento ad un paese capitalista e imperialista che ha fatto della falsa democrazia il proprio modello di sviluppo), il Pd si inventa una consultazione elettorale per indicare di volta in volta il segretario del partito, il candidato da contrapporre a Berlusconi o il candidato per elezioni amministrative. E cosi' anche le primarie del Partito Democratico non sono altro che un'illusione di democrazia, la democrazia è ben altra cosa. E la dimostrazione pratica di questa illusione si è avuta proprio in occasione delle primarie di ieri per investire il candidato sindaco di Milano. Innanzitutto se queste elezioni fossero davvero un elemento di democrazia il Partito in quanto tale non dovrebbe appoggiare nessun candidato, tutti coloro che partecipano alla competizione dovrebbero essere messi sullo stesso piano senza nessuna preferenza da parte dei dirigenti del partito. In secondo luogo, qualora il partito esprimesse la propria preferenza ad un candidato piuttosto che ad un altro, se effettivamente questo tipo di elezioni rappresentessareo un momento di alta democrazia, se ne dovrebbero accettare i risultati in quanto espressione della volontà dei militanti del partito stesso. Ed invece che cosa è accaduto a Milano ? Il partito appoggia un candidato, Stefano Boeri, mentre fra i contendenti c'è un altro candidato, Giuliano Pisapia, appoggiato dalla sinistra radicale e da Vendola, e guarda caso vince le primarie proprio quest'ultimo candidato. Logica vorrebbe che i vertici del partito accettassero senza battere ciglio il risultato della consultazione e di conseguenza fornissero il totale appoggio al candidato ufficiale uscito dalle urne. Ma questa è la loigica della vera democrazia non della democrazia presunta di un Partito che usurpa il termine democratico allo stesso modo come Berlusconi ha usurpato la parola Libertà. Ecco allora che i dirgenti regionali del Pd della Lombardia non trovano di meglio che dimettersi dalle cariche del partito stesso, dimostrando appunto la tesi che le primarie alla fine non sono altro che l'ennesima buffonata di una formazione politica che di per se stessa è una vera e propria buffonata.

3 commenti:

carladidi ha detto...

...sta volta ti ho preceduto!
Ecco un approfondimento che manca al mio post.

guerreronegro ha detto...

Pienamente d'accordo.

Resta da capire cosa votare alle prossime elezioni vere che oramai sembrano vicine. L'ultima volta ho votato per un partito che è uscito dal parlamento. E questa volta? Sono attirato da IDV...

antipolitico ha detto...

Non c'e' niente da capire ... votare sempre e comunque la sinistra più estrema e se non sarà in parlamento significa che gli italiano do dovranno piu' lamentarsi se poi governa Berlusconi o Bersani .. per cambiare veramente e' necessario uscire dagli schemi .. altro che ...