giovedì 2 settembre 2010

Segni di ribellione .... non tutto è perduto

A dispetto dei sondaggi veri o presunti che assegnano al cavaliere ed al centro destra un consenso mai conseguito da nessuna formazione politica, in questi ultimi giorni nel paese ci sono segnali incoraggianti di protesta da parte di cittadini che finalmente hanno capito quanto sia inconcludente e soprattutto pericoloso l'attuale governo basato sull'asse Pdl-Lega. Manifestazioni e proteste finalmente mettono a nudo il disagio sociale che ormai, da diversi mesi, circola nel paese in consequenza della crisi economica e soprattutto dell'inadeguatezza del governo troppo impegnato ormai in questioni strettamente legate alla salvaguardia del premier piuttosto che ai reali bisogni dei cittadini. Sono molti gli episodi che lasciano intravedere una flebile speranza di un risveglio dal basso del paese nel tenativo di uscire da questa empasse di governo. I precari della scuola sono da giorni in sciopero della fame per rivendicare il loro diritto a non essere gettati in mezzo alla strada semplicemente in seguito ad una politica di tagli che mira esclusivamente a ridurre, ma sicuramente non a razionalizzare, una spesa come quella dell'istruzione. Ammesso poi che i soldi utilizzati per la scuola e per l'istruzione siano da considerarsi una voce di spesa piuttosto che una voce di investimento, considerato che l'istruzione è la base per uno sviluppo civile e produttivo di un paese. Ma la Gelmini, il braccio di Tremonti per quanto riguarda la scuola, ha tagliato con la falce piuttosto che con bisturi chirurgici ed i risultati sono decine di migliaia di precari che si ritrovano a casa mettendo in ginocchio tutto l'impianto del sistema scolastico italiano. Due giorni fa un gruppo di contestatori ha impedito al senatore Marcello Dell'Utri, condannato per mafia in secondo grado, di procedere alla lettura di alcuni diari di Mussolini da lui acquistati non si sa come. Bene hanno fatto queste 50 persone a interrimpere una manifestazion pubblica di cattivo gusto sia per l'argomento che per l'ospite invitato a presenziarla. In Italia siamo ormai assuefatti ad avere in parlamento tutti i generi di delinquenti, ma a tutto c'è un limite e questo limite sembra ormai essere stato superato: la gente inizia ad averne piene le scatole di tutti questi palloni gonfiati. Contestazioni di questo genere si sono ripetute ieri all'apertura della mostra del cinema di Venezia alla quale hanno presenziato il Presidente della Repubblica, applaudito a scena aperta, ed il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, accolto da fischi ed insulti. Paradossale che un esponente del governo che taglia fondi alla scuola, alla cultura senza nessuna analisi reale sull'utilizzo di tali fondi, vada poi a farsi bello a manifestazioni come la mostra del cinema di Venezia. Giusto che la gente lo abbia riempito di fischi ed insulti. I fischi e le contestazioni non hanno risparmiato nemmeno Franco Marini alla festa nazionale del PD durante il confronto con Antonio Di Pietro. Una contestazione che dimostra quanto il maggiore partito dell'opposizione sia esso stesso lontano dalla gente e dal cittadino comune. Marini si sforzava di convincere la platea sulla bontà della proposta di Bersani volta a mettere in piedi una coalizione omnicomprensiva degli oppositori a Berlusconi, tesi contestata da Di Pietro che con la sua verve oratoria ha trascinato il pubblico con la sua battuta ormai entrata nel gergo popolare "Ma che c'azzecca Casini con il PD". Morale della favola: il pubblico ha applaudito a scena aperta Di Pietro e fischiato sonoramente Marini. Come dire: se le cose vanno male nel centro destra, nel centro sinistra l'aria non è certo migliore. Insomma tutti segnali che potrebbero dimostrare il raggiungimento di un punto di rottura fra politica e cittadini, un pensiero forse troppo ottimistico ma, se si spegne anche quel poco di ottimismo rimasto, non ci resta davvero che abbandonare questo paese ormai alla deriva.

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