giovedì 14 novembre 2019

Un paese inadeguato a se stesso


Le recenti vicende drammatiche di questi giorni, che purtroppo sono figlie di un passato recente e meno recente, danno il senso di un paese inadeguato per essere considerato un paese civile, moderno ed al passo con i tempi. La punta dell'iceberg di tale inadeguatezza è naturalmente la classe politica che ha la responsabilità di governare il paese, ma la classe politica riceve questa responsabilità dai cittadini e quindi di conseguenza in ultima analisi sono i cittadini stessi ad essere inadeguati per il proprio paese. Da dopo tangentopoli in poi si sono succeduti al governo del paese tutti i partiti politici che sono entrati in parlamento, dalla Lega (il partito più vecchio presente nelle istituzioni), a Forza Italia, a Fratelli d'Italia (il partito più a destra del paese), al Partito Democratico, ai vari partitelli che si sono formati e sciolti come neve al sole, a Leu, il partito più a sinistra in questo momento, per arrivare alla formazione più giovane, il Movimento 5 Stelle. Insomma non esiste nel parlamento attuale una formazione politica che non sia stata al governo o che non ci sia arrivata nella corrente legislatura. I problemi drammatici di questi giorni sono quindi figli di tutti e nessuno si può tirare fuori. Prendiamo il caso dell'Ilva o ex Ilva. Tutto è iniziato con l'incidete all'alto forno del 2015, o meglio tutto è iniziato per chi non conosceva quella fabbrica di morte. Di morte per gli abitanti di Taranto ma di morte anche per i lavoratori: 48 dal 1993 al Luglio 2019, quasi 2 morti ogni anno. Ma prima del 2015 nessun politico si occupa dell'Ilva, ma dal 2015 in poi inizia un vero e proprio calvario che probabilmente terminerà il prossimo gennaio con lo spegnimento dei forni e la chiusura della fabbrica, diventata Arcelor Mittal, annunciata dai proprietari indiani. E dopo l'annuncio che accade ? Mentre un paese normale cercherebbe di affrontare unito il problema, si utilizza come al solito l'evento per fare polemica politica. Alle "minacce" politiche del governo al grido "La Mittal non può chiudere la fabbrica", rispondono le polemiche dell'opposizione che accollano all'attuale governo la prossima chiusura della ex-Ilva. Risultato: migliaia di persone a spasso, la politica che si scanna ed i cittadini che vanno dietro a chi urla di più. E solitamente chi urla sta sempre all'opposizione da dove è facile urlare sul niente per pi quando si troverà al governo concludere niente. Vogliamo parlare di Venezia ? La vicenda è più tragica. Dopo l'alluvione del 1966 si discute, progetta e si propone per tentare di salvare Venezia ma concretamente ci vogliono 27 anni per partire con un progetto, il Mose, che non convince parecchie persone. Nel 2013 quando l'opera invece di essere terminata subisce un primo stop a causa di indagini, arresti e via dicendo e così il prossimo termina passa al 2020. Ma ora dopo l'alluvione dei giorni scorsi il termine si sposta al 2021 anche se in molti ancora hanno dubbi più che fondati sul funzionamento della diga. L'opera è realizzata per l'80% e dovrebbe essere interesse di tutti per arrivare alla conclusione, anche perché Venezia è patrimonio di tutti e tutto il mondo ci guarda con occhi stupiti. Naturalmente la polemica arriva puntuale dal solito personaggio pronto a sfruttare il momento: Salvini dichiara che i 3 miliardi previsti per incentivare l'uso delle carte elettroniche al fine di contrastare l'evasione fiscale, andrebbero dirottati subito su Venezia. Sciacallaggio politico allo stato puro e naturalmente con il consenso di molti cittadini che per un selfie con il leghista venderebbero non solo l'anima.
La storia non finisce qui. Si potrebbe parlare del ponte di Genova, si potrebbe parlare del terremoto dell'Aquila e del terremoto di Marche, Umbria e Lazio e di tanti altri problemi che in altri paesi sono risolti in un tempo accettabile mentre da noi o rimangono irrisolti o risolti in tempi biblici. Di fronte a questo fallimento Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Partito democratico non dovrebbero più esistere come accadrà al Movimento 5 Stelle al quale sono stati sufficienti 16 mesi per bruciare il consenso acquisito con una legislatura di opposizione. Politici come Salvini, Meloni, Berlusconi, Casini, Renzi, Orlando dovrebbero essere già a casa da un pezzo e invece siamo ancora qui a parlare di questi personaggi.

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