mercoledì 20 novembre 2019

Sardine e .... gattini


Il nenonato Flash Mob delle Sardine ha ottenuto un primo risultato: mettere in difficoltà la Bestia salviniana. Sono circa tre giorni che il dispensatore di odio twitta contro il neonato movimento di protesta gattini in tutte le salse. E' una palese dimostrazione di incapacità politica di rispondere con fatti alle contestazioni pacifiche e silenziose di questi ragazzi che finalmente hanno mostrato al paese che ci si può liberare della pseudo politica leghista. Un politico che siede in parlamento, ex ministro, leader del partito che sembra avere il maggior consenso nel paese, dovrebbe avere a disposizione tutti gli strumenti adeguati per rispondere a questa contestazione che sembra stia dilagando. Ma è inutile avere gli strumenti se non si hanno poi le capacità per utilizzarli, e Salvini questa capacità certamente non la possiede. Fino a che si tratta di lanciare messaggi ad effetto e volgari contro l'emigrante, contro chi delinque purché di colore, contro il rom o la nave Ong di turno, allora tutto funziona alla perfezione. In questo caso però per rispondere ad una folla silenziosa che circonda i luoghi della sua propaganda ci vogliono argomenti, ci vogliono progetti, ci vogliono risposte che non siano gridate ed urlate ai quattro venti, non basta più baciare il rosario. Ed ecco allora che il "capitano coraggioso" pronto a sfidare a petto nudo il diverso, il povero, il debole, all'improvviso diventa un gattino che solo nelle immagini che pubblica mostra i denti aguzzi che tentano di agguantare la povera sardina. Oltre l'immagine ad effetto però non si va. Ed allora la Bestia tenta di trasformarsi in polipo e di sguinzagliare i suoi tentacoli all'interno dei gruppi social che si sono prontamente formati raggiungendo migliaia di iscritti in poche ore. Ecco questo è il pericolo dal quale ora si devono difendere le sardine perché la Bestia è pronta a seminare zizzania e odio con post subdoli con l'intento di creare scompiglio all'interno dei branchi di sardine. Le provocazioni sono a volte ingenue ("pensavo che questo gruppo non si occupasse di politica") a volte più subdole ("va bene la protesta ma ora chi si vota in Emilia Romagna ?") ed il rischio di "abboccare" è elevato (d'altra parte stiamo parlando sempre di pesci) ma per fortuna poi ci sono le piazze e le strade delle città che fanno diventare tutto più reale e concreto rispetto alla piazza virtuale dei social. L'iniziativa per il momento ha avuto il pregio di far venire allo scoperto una parte non indifferente del paese che è insofferente non solo alla politica leghista, ma anche alle modalità utilizzate per la propaganda tambureggiante fatta di odio, razzismo, xenofobia e antisemitismo. Dopo le prime manifestazioni di piazza di Bologna e Modena e dopo quelle che arriveranno nei prossimi giorni (Sorrento, Reggio Emilia, Palermo, Rimini, Parma, etc. etc.) si potrà fare un consuntivo della partecipazione e ci sarà da affrontare il problema di come incanalare questa protesta per ottenere risultati a breve termine. Si perché va bene manifestare in silenzio, pacificamente e senza simboli di partito ma poi ci saranno le urne (Reggio Emilia e Calabria) ed è lì che la protesta dovrà dare una risposta concreta, altrimenti la protesta rimarrà sterile e rischierà di fare la fine dei girotondi.

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