martedì 1 ottobre 2019

La politica che non convince


Sono anni ormai, più o meno 25, che la politica in Italia non convince del tutto, indipendentemente dal colore del partito o del movimento. La classe politica italiana sembra sempre di più chiusa nel suo recinto e intenta a raccogliere consenso, il più delle volte seguendo gli umori della gente, ma assolutamente mai o quasi proponendo un proprio progetto o percorso, salvo rare eccezioni. Certe questioni poi sono addirittura accantonate lasciando che ad appropriarsene siano o la giustizia o il solito referendum, altro strumento spesso utilizzato non tanto per gli obiettivi per i quali è stato pensato quanto per dare sostegno o andare contro ai promotori del referendum stesso.
Pochi giorni fa è intervenuta la Corte Costituzionale a sancire l'incapacità del parlamento (l'attuale ma anche i precedenti) ad affrontare il tema del fine vita. La Corte aveva dato tempo un anno alla politica per legiferare in merito, ma la politica, stretta fra la chiesa ed alcune potenti lobby come quella dei medici, non ha ottemperato al proprio ruolo e quindi la stessa Corte è dovuta di nuovo intervenire. Pochi giorni di dibattiti e discussioni poi il silenzio è tornato e quasi certamente una legge non si farà. Stessa sorte sta seguendo il problema della cittadinanza negata a migliaia di bambini nati nel nostro paese da genitori italiani ma ai quali viene negato il diritto di essere considerati italiani. Sono temi che per il momento non garantiscono voti ed allora meglio dedicarsi ad altre questioni più promettenti in termini di numeri come quello del voto ai sedicenni. Considerato che l'astensionismo è il partito di maggioranza nel nostro paese, si cerca di allargare la platea estendendo il voto anche ai non maggiorenni. Il fatto in se potrebbe essere positivo se avvenisse in un paese nel quale la scuola avesse l'attenzione e l'importanza che si merita. In Italia non è così e quindi estendere il voto a fasce di età al di sotto dei 18 anni sembra essere una forzatura o una semplice mossa propagandistica in seguito alle recenti manifestazioni per i cambiamenti climatici.
Che dire poi dell'eterno problema della politica italiana che ad ogni legislatura si tenta di risolvere a proprio uso e consumo della maggioranza di governo ? La legge elettorale. Dopo gli anni del porcellum, pensato da Calderoli per frenare con successo la vittoria del centro sinistra e poi dichiarato incostituzionale, si sono fatti vari tentativi fino ad arrivare alla attuale legge, il rosatellum, un mix fra maggioritario e proporzionale. Anche questa ora non va bene alla Lega dopo che si è fatta fuori dal governo che ora propone un referendum per tornare al maggioritario, la legge-farsa che dovrebbe consentire di conoscere il governo fin dal giorno dopo le elezioni oltre ad avere un governo che duri l'intera legislatura. Al solito la storia non insegna e, come si è già visto, in Italia il maggioritario funziona più o meno come il proporzionale grazie alle migrazioni e transumanze dei parlamentari fra le varie formazioni politiche presenti in parlamento. Se non si risolve questo problema qualsiasi legge elettorale non garantirà un governo duraturo. E comunque se si terrà il referendum e qualora venga abolita la quota proporzionale, ci sarà da rimettere mano alle legge elettorale perché ci si ritroverebbe un legge pensata in un modo e azzoppata dal risultato referendario.

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