mercoledì 30 ottobre 2019

La democrazia questa sconosciuta


L'Italia è quel paese dove ogni 6 mesi si vota: che si tratti di elezioni politiche, europee, regionali, comunali, referendum ogni governo centrale si trova ad affrontare una tornata elettorale a cadenza più o meno semestrale. L'aspetto più controverso di queste elezioni continue è che ogni genere di voto viene sempre interpretato dalle forze politiche come se si trattasse di un voto nazionale pro o contro il governo. Che si voti per le europee o per il piccolo comune sperduto di poche migliaia di anime, non fa differenza. L'aspetto più comico è che l'interpretazione della votazione cambia a seconda se una forza politica sia al governo o all'opposizione. Non hanno fatto eccezione le recenti elezioni in Umbria. Il centro destra, uscito nettamente vincitore, per bocca del solito Salvini annuncia che gli italiani, badate bene gli italiani e non circa 600 mila persone, hanno votato per mandare a casa il governo che ora è più illegittimo che mai. Naturalmente il centro sinistra la pensa esattamente in maniera opposta: il voto in Umbria ha valore solo regionale e non avrà conseguenze sul governo nazionale. A parti invertite i pareri sarebbero stati opposti. Cioè se il governo nazionale fosse stato di centro destra e avesse vinto in Umbria il centro sinistra, Salvini avrebbe detto quello che oggi dice Conte e Di Maio-Zingaretti avrebbero fatto le stesse dichiarazioni di Salvini. Fa parte della famosa "coerenza" del politico italiano che quando sta all'opposizione dice una cosa salvo poi dire l'opposto se va al governo. C'è poi un altro aspetto che investe il concetto di democrazia e che fa trapelare l'idea fasulla che tutti i partiti, soprattutto coloro che lo vorrebbero ad ogni costo, hanno del federalismo. Che senso ha per esempio avere uno stato diviso in regioni se poi si pretenderebbe che in ogni regione si avessero delle amministrazioni dello stesso colore del governo centrale ? Dare ad ogni elezione regionale e/o comunale un'interpretazione nazionale non solo è sbagliato ma renderebbe inutile la presenza appunto di regioni e/o comuni. Pretendere che ogni regione sia governata dalla stessa maggioranza che governa a livello nazionale sarebbe un colpo alla democrazia e soprattutto alla Costituzione che tiene naturalmente separate le due entità, Stato e Regioni. Secondo l'interpretazione di tutta la politica italiana, ad ogni elezione di un'amministrazione locale che non si sovrappone esattamente al risultato della elezione politica nazionale, si dovrebbe procedere allo scioglimento delle camere e riandare al voto politico. Una scemenza ma soprattutto un'interpretazione anticostituzionale che purtroppo è comune a tutti i partiti dell'arco costituzionale e non. Questo è un altro segnale del livello veramente infimo raggiunto dalla qualità socio-culturale- politica della nostra classe dirigente.

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